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La scuola serve a vivere meglio, non a produrre di più
(Nando Cianci)
Cos'è Scuolaslow
Scuolaslow è una piazza nella quale incontrarsi, discutere, raccontare le riflessioni, le esperienze, le pratiche intrecciate con l'idea di una scuola slow, vale a dire sottratta...
Fuggire dal rumore del mondo, di David Le Breton Raffaello Cortina, Milano, pp. 278, € 24,00
Il libro:Invasi da un rumore continuo che le epoche precedenti non avevano conosciuto, ci troviamo spesso a desiderare una tregua ristoratrice per le orecchie e per la mente, un ritorno ad una condizione nella quale sia possibile percepire solo i suoni della natura, a guardarci dentro senza essere continuamente distratti dalla folla dei suoni e dei rumori che provengono da ogni dove: dal traffico, da radio, tv e stereo accesi a tutto volume nell’appartamento vicino o nell’auto in transito, dal diffusore di suono della pizzeria che non ti lascia mangiare in pace né conversare con gli amici, dal trillare dei mille telefonini che si accalcano nelle nostre tasche e intorno a noi, dagli aerei che sfrecciano sulla città, dagli elicotteri che volteggiano nel cielo. E dalle parole emanate anch’esse da ogni dove e, soprattutto, sempre più ossessivamente e senza senso, dai mezzi tecnologici con i quali interloquiamo o fingiamo di interloquire.
Una storia ambientale dell'Antropocene dopo il 1945, di J. R. McNeill Peter Engelke, Einaudi, Torino, 2018, pp. 258, € 22,00.
Il libro: Da ospite del pianeta, al pari di tutti gli altri viventi, l’’uomo si è andato trasformando progressivamente nella creatura che ha impresso la sua mano sul destino del Pianeta, di ciò che in esso vive e anche in parte di ciò che lo circonda. Al punto che gli studiosi hanno ormai accettato l’idea che l’Olocene, che ci ha accompagnato per oltre 11 mila anni, possa dichiararsi concluso e che l’epoca geologica nella quale viviamo debba definirsi Antropocene, La svolta si ebbe nel Settecento, quando si cominciò ad usare su scala sempre più ampia l’energia derivante dai combustibili fossili, le tecnologie si svilupparono e richiesero fabbisogni energetici sempre più elevati, la produzione di anidride carbonica aumentò sensibilmente e, con essa, l’inquinamento atmosferico. Inoltre ebbe inizio un incremento demografico di ampia portata che fece lievitare, a sua volta, l’esigenza di risorse alimentari, idriche, di energia per uso civile e, poi, dei prodotti dell’industria destinati ad un consumo sempre più di massa.
Grammatica della lingua che non c'è più, di Vittorio Coletti, il Mulino, Bologna, 2018, pp. 280, € 16,00.
Nonostante venga continuamente codificata in grammatiche, saggi, testi specialistici, la lingua è quanto di meno statico si possa immaginare. È, al contrario, un corpo vivo in continua evoluzione e cambiamento. Neologismi nascono, parole della tradizione letteraria tramontano, lemmi cadono in disuso, altri devono subire l’assalto degli stranierismi, particolarmente degli anglicismi che pretendono non solo di forgiare ogni nuova parola o espressione legata alle innovazioni tecnologica, ma spesso invadono il terreno del già sperimentato, andando a sostituire parole per le quali la lingua, nel nostro caso l’italiano, possiede già espressioni efficaci e pregnanti. Parole ed espressioni scomparse, addirittura riaffiorano e tornano in uso. Tutto questo per dire che pochi aspetti della vicenda umana presentato un quadro così mutevole come la lingua. La quale ha, dunque, una lunga storia, nel corso della quale ha lasciato per strada una parte non piccola di parole, anche se di alto lignaggio ed immortalate nei classici della letteratura. Un insieme che dà luogo ad una stratificazione sulla quale poggiano il parlare e lo scrivere contemporanei e costituisce, nello stesso tempo, il lastricato di una storia della memoria che ci porta assai indietro nel tempo. Almeno fino al Medioevo, per quanto riguarda la lingua italiana. Una strada fatta di cambiamenti che appaiono macroscopici se confrontiamo, ad esempio, un testo di oggi con uno del Trecento. Ma che è difficile cogliere nel mentre esso avviene.
Conoscere è vivere, di Giuseppe Benedetti e Donatella Coccoli, L'Asino d'oro edizioni, Roma, 2018, pp. 302, € 18,00.
Il libro:Tradotto e studiato in tutto il mondo, l’opera di Antonio Gramsci in Italia ha subito destini alterni, con momenti di grande interesse e periodi di oblio. Per tornare forse a parlare, oggi, a nuove generazioni che ne intuiscono la ricchezza e l’attualità. Di questa parabola ci dà conto l’intenso lavoro di Benedetti e Coccoli, che le edizioni L’Asino d’oro hanno appena portato in libreria. La grande mole degli scritti gramsciani viene accostata e narrata avendo come fulcro le riflessioni sulla scuola. L’idea che Gramsci ne ha viene ricostruita con un lavoro non facile, come sottolinea Marco Revelli nella Prefazione, trattandosi di analizzare una produzione molto ampia e non sistematica. Anche se un sistema, che si evolve negli anni, in essa può essere rintracciato in quanto, ci ricordano gli autori sulla scorta di Eugenio Garin, «nei Quaderni manca la “forma sistemica, non la coerenza intima”». Prima di addentrarsi nel discorso sulla scuola, ed anche mentre esso viene svolto, gli autori ricostruiscono perciò l’impalcatura del pensiero gramsciano. Vengono così analizzati il rapporto tra teoria e prassi, intellettuali e popolo, senso comune e buon senso, filosofia e folclore, egemonia e dominio e altri temi caratteristici della riflessione e dell’azione del pensatore, del giornalista, del dirigente politico.
Sulla vecchiaia, di Enzo Bianchi, il Mulino, Bologna, 2018, pp.144, € 13,00.
Il libro: Venendo dopo l’esplosione di luce estiva, e precedendo il sonno invernale della natura, l’autunno è stagione che può indurre alla malinconia, alla nostalgia di ciò che è andato, alla tristezza per quel che si preannuncia. Ma è anche stagione che riveste la natura di colori sontuosi e offre all’uomo ancora tanti raccolti. Nella metafora che accosta le stagioni alla vita dell’uomo, l’autunno corrisponde alla vecchiaia, età che segue alla maturità e prelude allo spegnersi della vita.
Non si nasconde questa doppia valenza Enzo Bianchi in La vita e i giorni. Sulla vecchiaia, il suo nuovo libro ricco, come sempre, di spunti di riflessione, di meditazione, di ricerca di senso che lasciano nell’animo del lettore la serenità per andare, lungo il sentiero della vita, a tutti gli incontri che esso ci riserva. Sentendosi in intima unità con tutti gli esseri, animati ed inanimati, del creato e preparandosi a lasciarli per un nuovo cammino che, per i credenti, si carica di luce e di speranza. E che per i non credenti si può chiudere senza disperazione.