Novità
Scuola Slow è anche su Twitter (https://twitter.com/Scuolaslow) e su Facebook (https://www.facebook.com/scuola.slow)
La scuola serve a vivere meglio, non a produrre di più
(Nando Cianci)
Cos'è Scuolaslow
Scuolaslow è una piazza nella quale incontrarsi, discutere, raccontare le riflessioni, le esperienze, le pratiche intrecciate con l'idea di una scuola slow, vale a dire sottratta...
ISTRUZIONI PER L'USO DELLA PUNTEGGIATURA
di Francesca Serafini
Laterza, pp. 138, € 8,50
Il libro: Di “giochini” basati sullo spostamento di un segno di interpunzione se ne possono fare tanti. Come quello che ha impazzato per un po’ su faceboock in forma di appello ad usare la virgola per salvare la nonna. «vado a mangiare nonna e vado a mangiare, nonna configurano un destino diverso tanto per l’attempata signora che per la giovane nipote. Con la virgola messa al punto giusto la prima salva la vita, la seconda sfugge ad un destino di cannibalismo.
E poi c’è la storia di Martino che per un punto perse la cappa.
Insomma mettere i punti e le virgole al posto giusto può rivelarsi questione assai seria. Se non per salvare la vita, almeno per capirsi quando si parla o si scrive. Utilizzando anche aneddoti, storielle, riferimenti letterari, Francesca Serafini ci conduce attraverso un itinerario che delinea, come recita il sottotitolo del suo libro, un insieme di Istruzioni per l’uso della punteggiatura. Un tema che per Laterza aveva già trattato, come abbiamo già visto in questa Vetrina, Bice Mortara Garavelli.
Anche in questo caso si tratta di un testo che riesce a sfuggire alle insidie di pedanteria che il tema potrebbe portare con sé. Lo fa affidandosi ad una scrittura scorrevole, ricorrendo a citazioni letterarie, effettuando scorribande nel mondo del cinema e perfino tra i videogiochi.
La “sfida” alla quale il libro intende rispondere è quella di un uso consapevole della punteggiatura, non inseguendo una algida correttezza formale, ma la capacità di saper scegliere ed usare la punteggiatura come una «orchestra di segni che abbiamo a disposizione per dare forma alla scrittura», secondo una espressione di Giorgio Vasta. Un’idea che non considera, dunque, la punteggiatura come trascrizione sulla pagina delle pause della lingua parlata, ma come un insieme di « istruzioni che lo scrivente fornisce al lettore perché egli possa compiere una serie di ben determinate operazioni mentali, il risultato delle quali sia la comprensione, da parte del lettore, del brano o della frase che ha letto»[1].
L’incipit: Partiamo da un azzardo. Immaginiamo il narratore russoIsaak Babel'ancora vivo nel 2009 e – già che ci siamo – con un po' meno anni di quelli che avrebbe avuto allora: tipo ottanta, magari portati bene. Non solo: pensiamolo anche come intestatario di un conto corrente con Poste Italiane. E poi concentriamoci sulla mattina del 10 ottobre di quell'anno, nel momento in cui la cassiera di un supermercato romano restituisce allo scrittore il suo Postamat, con l'imbarazzo che c'è sempre quando una transazione viene rifiutata, specie a una persona anziana.Babel'non capisce: si tratta solo di una quarantina di euro, e sul suo conto ce ne sono almeno ventimila. "Giusto ieri ne ho prelevati trecento per le spese di condominio", dice sorpreso alla cassiera, mentre cerca in tasca la ricevuta con relativo saldo finale. Ma il problema è proprio quello. Lui non sa che nella notte un guasto al sistema informatico ha fatto saltare la virgola dei decimali su tutti i conti Poste Italiane, trasformando il prelievo di 300,00 euro in uno dunque di 30000, superiore all'intero ammontare del suo deposito. Quando il direttore della filiale, scusandosi, glielo spiega, rassicurandolo sul fatto che il problema verrà risolto in poche ore e il saldo ripristinato,Babel'non replica, concentrato com'è su un'idea che vorrebbe appuntarsi prima di perderla. Per questo se ne torna subito a casa: appena entrato, senza neanche togliersi la giacca, cerca tra i libri uno dei suoi. Quando lo trova, sfoglia le pagine con foga, finché si ferma, illuminato, su un passo: «Non c'è ferro che possa trafiggere il cuore con più forza di un punto messo al posto giusto». Babel' annuisce soddisfatto. Prende una matita e finalmente si siede, aggiungendo a margine:Senza contare quello che può fare una virgola.
L’autrice: Francesca Serafini, sceneggiatrice ed editor freelance, ha già scritto sull'argomentoStoria regole eccezioni, secondo volume diPunteggiatura(2001, Rizzoli-Holden Maps ). Ha curato con Giordano Meacci il terzo volume della Storia della lingua italiana per immagini. L'italiano letterario: poesia e prosa(2011, Edimond diretta da Luca Serianni. Da diversi anni alterna la scrittura creativa con quella saggistica e con l'attività didattica, tenendo corsi di drammaturgia e lezioni universitarie in Italia e all'estero.
[1] Parisi D. (a cura di), Per un’educazione linguistica razionale, il Mulino, Bologna, 1979, p.379.