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La scuola serve a vivere meglio, non a produrre di più
(Nando Cianci)
Cos'è Scuolaslow
Scuolaslow è una piazza nella quale incontrarsi, discutere, raccontare le riflessioni, le esperienze, le pratiche intrecciate con l'idea di una scuola slow, vale a dire sottratta...
A volte un piccolo episodio della vita quotidiana acquista una forza emblematica, come se lo spirito del tempo trovasse finalmente l'apologo che in un attimo lo rende evidente: siamo a Roma e una signora di ottant'anni, stanca e malconcia, in autobus affollato cerca un posto a sedere, ma i posti sono tutti occupati e nessuno si alza.
L'unico che sente il dovere di cedere il suo sedile all'anziana è un
uomo ancora più anziano di lei, un gentiluomo che ha superato da un pezzo i novant'anni. Sembra quasi una di quelle storielle da cabaret, inventate da un comico brillante per far ridere la platea, e invece è tristemente vera.
Sull'autobus della vergogna non c'è stato un ragazzo, un uomo, una donna che abbiaprovato compassione per quella signora accaldata, fragile, traballante. Ognuno ha difeso la sua postazione con le armi dell'indifferenza e del menefreghismo, ognuno ha pensato "io non mollo di certo, lo farà qualcun altro": e nessuno lo ha fatto, solo un signore avviato verso il secolo, ultimo campione di gentilezza, altruismo, generosità. Chissà se gli occupanti di quell'autobus avranno provato un briciolo di imbarazzo nel vedere la scena, chissà se qualcuno si sarà detto: "faccio veramente schifo". E' più probabile che abbiano girato lo sguardo dall'altra parte, per completare l'opera.
Ecco la società attuale, atomizzata e cinica, un aggregato brutale di micro volontà tese alla soddisfazione privata, milioni di orticelli che non fanno più campagna.
Il novantenne è figlio di un'altra epoca, evidentemente, in cui i valori di solidarietà erano immediati e naturali, in cui veniva spontaneo dare una mano a chi si trovava in difficoltà. Ora siamo arrivati al tutti contro tutti, a una competizione così capillare che persino il posto in autobus va difeso con i denti da qualsiasi spinta compassionevole, da qualsiasi tentazione gentile.
Ogni viaggiatore si fa i fatti propri, ognuno si trincea dietro le proprie misere necessità, e l'indecenza non preoccupa più nessuno.
Ognuno per sé e Dio per tutti, annunciava un antico proverbio, che però ora andrebbe modificato: ognuno per sé e vergogna per tutti.
Quasi tutti, perché c'è sempre chi non accetta lo squallore, c'è sempre nella vita un maestro che può insegnare l'onestà e l'amore anche a chi non ha voglia di sentire: un maestro ultranovantenne, eroe silenzioso nel tempo della vigliaccheria.