Novità
Scuola Slow è anche su Twitter (https://twitter.com/Scuolaslow) e su Facebook (https://www.facebook.com/scuola.slow)
La scuola serve a vivere meglio, non a produrre di più
(Nando Cianci)
Cos'è Scuolaslow
Scuolaslow è una piazza nella quale incontrarsi, discutere, raccontare le riflessioni, le esperienze, le pratiche intrecciate con l'idea di una scuola slow, vale a dire sottratta...
di Tiziana Iaquinta e Anna Salvo, il Mulino, Bologna, pp. 176, € 15,00
Il libro:Continuamente alle prese con il loro smartphone, aperti su applicazioni di instant messaging, gli adolescenti di oggi colpiscono per la diffusa e pervasiva familiarità che intrattengono con le nuove tecnologie, e per l'uso prevalente, a volte ossessivo, di modalità comunicative centrate sui social network. In che modo questa generazione che privilegia il virtuale e la condivisione affronta la complessità del mondo affettivo? Come si snodano per questi ragazzi i legami nel gruppo dei pari e con il mondo adulto, la sessualità, il conflitto (nella dimensione interiore e nelle relazioni visibili), la rabbia e tutti i tumultuosi sentimenti che da sempre segnano l'epoca adolescenziale? Il libro traccia un percorso articolato e accessibile per comprendere le vicende dell'affettività al tempo dei nativi digitali.
L’incipit: Mi chiamo Gustavo, ho 15 anni e frequento il secondo liceo classico. Per me l’adolescenza è un’età non molto facile e per tanti motivi.
La cosa più importante per me sono le amicizie e i familiar. I familiari dopo però. Non mi importa molto della loro opinione nei miei confronti, credo che le persone debbano essee accettate per come sono e soprattuto per quello che valgono, ancxhe quando hano dei difetti ma, a quanto pare,molte delle persone che frequento non la penano come me. Nela scuola in cui vado e negli ambienti che frequento noto che molti ragazzi si salutano a malapena e danno importanza solo a quello che indossano e a quello che pensano, se tutti però pensano allo stesso modo, altrim altrimenti neppure si esprimono. Tutto questo li porta a vestirsi in modo uguale e a far credere agli altri di avere interessi in comune. Ma io me ne accorgo che tante volte lo fanno soltanto per farsi accettare.
Io non sono così e non mi sento così, e nemmeno voglio esserlo. Non mi interessa vestirmi alla moda o far finta di essere interessato ai passatempi e alle cretinate dei miei coetanei, cìredo che la cosa migliore sia essere quello che si è. In questi giorni ho conosciuto un ragazzo appena trasferitosi da Catania e ho fatto amicizia subito con lui. Ho notato cche anche se un mio compagno di uscite aveva gki stessi suoi inetressi si è rifiutato di conoscerlo peché lo riteneva come da lui detto: «diverso». Tutto questo mi ha colpito molkto e mi ha fatto riflettere su quanto sia priva di valori la nostra generazione.
Le autrici:
Tiziana Iaquinta - insegna Pedagogia generale e sociale nell’Università Magna Graecia di Catanzaro. Fra i suoi libri segnaliamo «La fragilità, il silenzio, la speranza. Una pedagogia del dolore per insegnare a costruire la felicità»
Anna Salvo - psicoterapeuta di formazione psicoanalitica- insegna Psicologia dinamica all'Università degli studi della Calabria. Tra i suoi libri con Mondadori ricordiamo Madri e figlie (2003), Questo corpo non è mio (2008) e I dolori che ci cambiano (2012).