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La scuola serve a vivere meglio, non a produrre di più
(Nando Cianci)

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Scuolaslow è una piazza nella quale incontrarsi, discutere, raccontare le riflessioni, le esperienze, le pratiche intrecciate con l'idea di una scuola slow, vale a dire sottratta...

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STOPCatherine Dumonteil-Kremer, Stop. Manuale pratico di un’educatrice montessoriana, Terra Nuova, Firenze, pp. 124, € 8,50

Il libro: Come trasmettere ai propri figli quelle regole che li aiutano a crescere senza ricorrere a ricatti e minacce? Come spiegar loro i limiti pur rispettandone desideri e bisogni? Un nuovo libro di Terra Nuova Edizioni pere porre i limiti ai propri figli attraverso l'ascolto e il rispetto.
L'autrice, educatrice montessoriana, con la sua prima bambina si è trovata davanti a questi e a molti altri dubbi, e a lottare contro se stessa per non replicare, su sua figlia, gli schemi repressivi dell'educazione tradizionale.
Metodi che nell'immediato funzionano, ma che possono portare a eccessi di sottomissione o di ribellione.
Ma quanto è facile cedere alla tentazione di una sculacciata, quando l'ennesimo capriccio ci fa saltare i nervi?
Con semplicità e franchezza, Catherine Dumonteil-Kremeraccompagna educatori e genitori lungo le diverse fasi ed esigenze dell'infanzia, con suggerimenti utili su come ascoltare appieno i bisogni dei piccoli e su come dire Stop, senza violenza.

L’incipitInnamorata persa della mia prima figlia, non sospettavo minimamente che, a pochi mesi dalla sua nascita, avrebbe fatto scaturire in me così tante emozioni e domande, e riaperto delle ferite ormai rimarginate da tempo. Nonostante la amassi alla follia, a volte ero talmente stanca da desiderare solo di lasciarla in un angolo e smettere di soddisfare le sue continue richieste. Ero sfinita dai suoi pianti, di cui spesso non comprendevo l’origine. Eppure avevo letto dei libri che sostenevano come fosse possibile distinguere il pianto dovuto alla fame da quello dovuto al dolore e alla stanchezza! Io non ci riuscivo. Provavo solo inquietudine e impazienza.
Tuttavia, per nulla al mondo avrei rinunciato al mio ruolo di giovane madre! Secondo le persone che mi stavano accanto, non riuscivo a ottenere i giusti risultati: mia figlia cresceva e cominciava a opporsi a delle regole di vita che riuscivo a farle rispettare solo con grande difficoltà e dopo estenuanti battaglie.
Secondo i miei parenti e amici, invece, ero permissiva, mi ponevo troppe o troppe poche domande. Non mi vedevano mai come una madre che accompagna la propria figlia con il cuore, che è semplicemente se stessa e sa fronteggiare quei commenti finalizzati ad “aiutare” i giovani genitori.
Prendevo delle decisioni senza il distacco necessario, sperimentavo, e molte volte mi sentivo confusa nelle mie convinzioni, che non erano ben radicate. Certo, ero d’accordo sul fatto di considerare mia figlia come un essere umano degno di rispetto, e cercavo di mettermi nei suoi panni per capirla. La mia formazione universitaria e la mia esperienza professionale con i bambini, infatti, mi avevano permesso di comprendere e accettare appieno il lato nefasto della violenza educativa, ma quel che ignoravo prima di avere un figlio era che tale violenza fosse latente in me e aspettasse solo che dovessi far fronte al mio ruolo di genitore per risorgere come un mostro indomabile!
Mia figlia le ha spalancato le porte e mi sono trovata a lottare contro me stessa, diverse volte al giorno, per non fare quello che tutto il mio corpo mi spingeva a compiere in modo quasi compulsivo. Mi è capitato di “picchiarla” o, in altre parole, di darle delle sculacciate, nonostante fossi convinta della loro nocività. Ma la maggior parte delle volte cercavo disperatamente delle soluzioni per farle capire che alcune azioni non erano le benvenute. Mi rivolgevo a lei con un tono brusco, la facevo sentire in colpa. Il fatto curioso è che non la punivo, ma penso di non essere mai stata punita neanch’io, quindi non ho alcun merito al riguardo.
Durante la mia ricerca di informazioni e sostegno, alla scoperta di me stessa, della mia storia, sono diventata sempre più consapevole di quanto la questione dei limiti sia centrale nell’ambito della genitorialità.

L’autrice: Catherine Sumonteil-Kremer vive e lavora in Francia. È councelor familiare, formatrice in tecniche di comunicazione interpersonale ed educatrice montessoriana. I suoi articoli e libri sono tradotti in tutta Europa, Cura un blog sull’educazione alternativa in lingua francese.

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