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La scuola serve a vivere meglio, non a produrre di più
(Nando Cianci)

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Scuolaslow è una piazza nella quale incontrarsi, discutere, raccontare le riflessioni, le esperienze, le pratiche intrecciate con l'idea di una scuola slow, vale a dire sottratta...

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ADOLESCENTI NELLA RETEQuando il web diventa una trappola, di A. Amendola, B. Gigli, A.M. Monti, L'asino d'oro, pp. 160, € 14,00.

 

 

 

Il libro: Ritenuta a lungo una simulazione di quella “vera”, la realtà virtuale è dapprima divenuta una specie di mondo parallelo, nel quale cercare relazioni, creatività, espressioni del proprio carattere che non si riescono a realizzare altrimenti. Ma, piano, è diventata qualcosa di più: essa viene da molti vissuto come se fosse la realtà concreta, quella nella quale stiamo al mondo. Anche quando si ha coscienza che così non è, si finisce per immergersi in essa; sentiamo pulsare in essa la vita in modo tale da cominciare a smarrire la differenza tra reale e virtuale. Insomma: la realtà virtuale è diventata parte della realtà della condizione umana. Sicché nella rete si trova ormai si trova tutto ciò che incontriamo nella vita reale: bellezza, nefandezza, sentimenti di fraternità, odio, disprezzo, rancore, bullismo, agguati all’innocenza. Ma lo si trova in modo amplificato, giacché sono milioni i messaggi quotidiani che in essa vengono riversati e giungono in ogni dove. E in modo incontrollato, giacché non esistono, o sono debolissimi al suo cospetto, i filtri che venivano azionati fino all’altro ieri: la famiglia, la scuola, la parrocchia, le associazioni, i partiti, i gruppi di amici costruiti nel quotidiano e nella relazione viso a viso. Nel contempo appaiono sempre più difficili le azioni propositive ed educative che quelle agenzie esplicavano nella formazione dei giovani. Ecco, dunque, che la rete rappresenta un mondo nel quale gli adolescenti, avventurandovisi, possono incontrare di tutto. Anche le insidie marcate dal bullismo, dalla ludopatia, dalla dipendenza, da patologie di vario genere.

A fronte di tutto ciò, le famiglie appaiono spesse disarmate, scoraggiate, disperate; la scuola balbetta e oscilla tra desiderio di arrendersi alle logiche proprie delle nuove tecnologie e aspirazione ad incanalarle in un uso educativo che ne neutralizzi gli aspetti negativi.
Quasi sempre, però, l’impreparazione ad affrontare le novità, la superficialità con le quali esse vengono osservate (e poco analizzate), la lamentazione per i mutamenti evidenti nel modo di percepire la realtà e di relazionarsi manifestati dalle nuove generazioni enfatizzano gli effetti negativi della rete e mettono in ombra ciò che si buono da essa può venire.

Questo libro di Amendola, Gigli e Monti, invece, non sottovaluta le insidie (come mostra già il sottotitolo, Quando il web diventa una trappola), ma invita a non assumere una prospettiva catastrofistica. E a puntare, invece, su un lavoro che faccia sviluppare e consolidare, la consapevolezza dei rischi e delle potenzialità positive che le novità comportano. Una sfida, insomma, per le nostre capacità percettive e creative. Si dirige, perciò, al mondo del pensiero e degli affetti che, si sa, nella adolescenza si presenta particolarmente instabile ma ricco di spinte positive. E offre percorsi di indagine atti ad affrontare tale sfida anche attraverso la capacità di distinguere ciò che di impulso creativo e ciò che di patologico si può trovare nel modo di relazionarsi ad esso.

Senza dimenticare che i problemi, e anche le patologie, degli adolescenti e che si manifestano su internet spesso hanno origine al di fuori del web, vale a dire nelle relazioni, nelle delusioni, nelle carenze affettive avute o patite nella vita reale.
E senza dimenticare che tutto ciò non appartiene ad una astratta sfera nella quale modi di essere e relazioni umane si manifestano di per sé, ma che il mondo della rete è intrecciato fortemente con quello dell’economia, che mira al profitto e si sovrappone, perciò, alla spinta originaria della rete, nata «all’insegna della libertà e della condivisione democratica, delineatasi come ‘bene comune’» e diventata poi oggetto di attenzione da parte dei sacerdoti del profitto. Una “intrusione” che non ha annullato la spinta primigenia, ma che vive accanto ad essa e che ci impone di «essere consapevoli del fatto che chi gestisce i servizi di tecnologia digitale, per sostenere i propri profitti economici, può utilizzarci e manipolarci per quanto riguarda i nostri bisogni materiali. È importante, pertanto, avere la conoscenza e la certezza delle nostre vere esigenze come esseri umani».

Un libro, insomma, che parla di adolescenti ma che deve essere letto innanzitutto dagli adulti e, in primis, da genitori, docenti ed educatori.

 

Il risvolto: Il mondo digitale è sempre di più oggetto di analisi e discussioni, specialmente quando gli 'utenti' sono adolescenti e giovani. Le opinioni al riguardo sono varie e controverse: è vero che navigare in internet rende più intelligenti e creativi, o è fonte di alienazione dalla realtà? La comunicazione digitale favorisce davvero le relazioni umane? La piazza virtuale promuove comportamenti violenti, come il cyberbullismo? In cosa consiste la dipendenza da internet e quali sono i rischi di una navigazione 'alla cieca'? 
Gli autori, attraverso osservazioni, casi e approfondimenti, rispon­dono a queste e ad altre domande, mettendo in guardia sia da una eccessiva demonizzazione dei media digitali, sia da un loro uso poco attento: è necessario capire quando il web sia uno strumento da promuovere e quando invece i comportamenti dei ragazzi siano manifestazione di una patologia. Le tecnologie digitali rendono possibile ciò che sembrava impossibile e lanciano una sfida alla nostra capacità di pensare, di immaginare, di essere creativi, ma ciò che non dobbiamo perdere di vista è il nostro essere esseri umani.

 

L’incipit: «A cosa stai pensando?».
   Così ci saluta Facebook ogni giorno? Questa è una delle domande che di solito riserviamo ai nostri partner, a nostro figlio, a un amico o, comunque, soltanto a persone con le quali abbiamo un rapporto di intimità.
   Negli ultimi anni le tecnologie digitali e la rete sono diventate compagne inseparabili delle nostre giornate Ci offrono servizi che facilitano molti aspetti del nostro quotidiano e rendono possibili attività considerate impensabili nel passato. Difficile fare a meno degli enormi vantaggi ottenuti in molteplici situazioni; effettuare acquisti e prenotazioni, ricevere informazioni in tempo reale, disporre di una biblioteca infinita, comunicare con amici vicini e lontani, giocare, esprimere creatività.
   Nella nostra vita stiamo interiorizzando una diversa esperienza del tempo e dello spazio: in pochi secondi un messaggio può raggiungere l’amico che si trova oltreoceano, possiamo conversare in video con un familiare che vive in un altro continente.
   Sappiamo che l’utilizzo di queste tecnologie influenza lo sviluppo dei processi cognitivi, affettivi e relazionali che guidano la nostra esperienza del mondo e ha effetti sul nostro modo di pensare e di entrare in contatto con gli altri. Per queste implicazioni riteniamo che si debba rivolgere un’attenzione particolare agli adolescenti, nella cui vita la presenza pervasiva della tecnologia digitale può condizionare il processo maturativo, l’acquisizione di un pensiero critico e la conoscenza del mondo.

 

Gli autori:
Assunta Amendola
docente di informatica e matematica nei licei, psi­cologa dell'età evolutiva, è da molti anni formatrice degli insegnanti. Collabora con il CIDI di Roma dove coordina il gruppo "Mente e rete".

Beniamino Gigli medico chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta, svolge attività privata di psicoterapia di gruppo e lavora nei servizi territo­riali occupandosi di psicopatologia dell'adolescenza.

Alessandra Maria Monti psicologa clinica e psicoterapeuta, dottoranda in Psicologia dello sviluppo, lavora nei servizi territoriali con i giovani e svolge attività privata di psicoterapia.

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