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Scuolaslow è una piazza nella quale incontrarsi, discutere, raccontare le riflessioni, le esperienze, le pratiche intrecciate con l'idea di una scuola slow, vale a dire sottratta...

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LA FUGA DEGLI INSONNIdi Michele della Rocca, Enrico Damiani Editore, Salò, pp. 368, € 17,00.

Il libro: Nell’Italia del 2043 la gran parte della popolazione è ridotta in una condizione tale che le autorità sanitarie adottano ufficialmente, per chi ne fa parte, il termine di Larve. Uno stato comatoso indotto dalle punture delle mosche Kisser. Ad affrontare l’emergenza sanitaria ed umanitaria, è chiamato un corrotto Dipartimento Emergenze, come a dire che Tangentopoli trova sempre il modo di insediarsi nella vita pubblica, anche nei drammi più grandi. Un gruppo di internati in una struttura sanitaria si trova di fronte ad una duplice scadenza che lo induce all’azione: mancano tre giorni alla chiusura del centro di accoglienza del Gran Sasso ed altrettanti alla partenza dal porto di Civitavecchia dell’ultima nave del programma di evacuazione, diretta verso l’incontaminata Sardegna. Alla ricerca del mare e della libertà, i protagonisti, impadronitisi di un camion frigorifero tentano di raggiungere in tempo il porto laziale, braccati da un esercito spietato. Le vicende di questa fuga sono narrate, con ritmo avvincente, all’interno di uno scenario che evoca sentori di fantascienza e di horror ma che riesce a trovare spunti di ironia ed ha anche, come è stato notato, qualcosa di picaresco. E che, nel contempo, induce anche a riflessioni sulle correzioni di rotta da attuare nel nostro modo si stare al mondo se si vuol evitare che scenari terribili si trasferiscano dalla fantasia e dalla letteratura alla realtà.

Il risvolto: Italia, 2043: la maggioranza della popolazione (punta dalle micidiali mosche Kisser) è ridotta allo stato di larve, mentre il corrotto Dipartimento Emergenze escogita soluzioni apocalittiche (nascoste in alcuni file).
Un gruppo sgangherato di sopravvissuti, braccati da militari ferocissimi dotati di armi micidiali, tenta la fuga verso il mare e la libertà. Dopo l’evasione dalla clinica e dopo aver rubato un camion-frigorifero comincia il viaggio picaresco dal centro di Roma — con alcune scene cruciali in luoghi deputati dell’immaginario (come il Museo Maxxi, nel frattempo divenuto una megadiscoteca) — per arrivare al Porto di Civitavecchia e imbarcarsi per la Sardegna, ancora incontaminata.
Un’epica avventurosa, nutrita di fantascienza e horror, incon- tra una metafora politica che riguarda anche la massa teleguidata e inerte della democrazia attuale. Orwell e videogiochi, Black mirror e Zero Calcare, Crichton e Il signore degli anelli…
Un originale romanzo “civile” che ci propone uno sguardo satirico sul degrado del presente e si appella alla nostra capacità di restare “insonni”, di conservare cioè capacità di sdegno e intelligenza critica. Ogni lettore potrà assegnare alle pervasive mosche Kisser i connotati che vuole, ma sarà catturato dal ritmo trascinante della narrazione, sapientemente scandito sui tempi di una fiction televisiva.



L’incipit: Nella pace. Senza paura.
Così sarei dovuto morire.

E adesso che tutti i miei amici sono morti, so che li raggiungerò presto.

Sento i colpi in lontananza.

Sento la terra sotto di me tremare.

Sento la puzza di fumo venire da lontano.

Vuol dire che ci hanno trovato.

Tutti quanti, hanno trovato tutti quanti.

Mi dispiace per voi, amici. Davvero. Mi dispiace per tutti noi.

Speravo che ce l’avremmo fatta, e per un attimo ci avevo persino creduto.

Avrei preferito morire senza essere sparato nella schiena.

Colpito da vigliacchi senza volto.

E di sicuro avrei preferito morire in un colo solo, senza provare tanto dolore come adesso. Senza avere tanta paura. Senza avere tutto questo tempo per pensare.
Avrei preferito morire da guerriero.

Avrei preferito lottare, e difendervi fino alla fine.

Farmi strappare le carni e scaraventarmi tra le fiamme, ora che ho finalmente afferrato il senso della mia battaglia.

Ma sono solo un vecchio, il mio tempo è passato, avrei dovuto capirlo da un pezzo.

Volevo proteggervi tutti, e invece muoio così, senza dignità.

Mi chiedo solo quanto tempo ci vorrà.

Sento il sangue colarmi sulla fronte.

Sento il freddo. Sento una lacrima scivolarmi sul volto.

Non voglio piangere, non voglio che mi trovino così.

Ma non riesco a non pensare a quella lacrima che mi riga la guancia, l’ultima lacrima che piangerò in vita mia. […]

Ma perché tutto quello che riesco a pensare è: quando?

Quando mi sono distratto? In che momento ho abbassato la guardia? Perché non li ho visti?
Quando?

 

L’autore: Michele della Rocca, ingegnere, è nato e lavora a Roma. La fuga degli insonni è il suo primo romanzo.

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