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LA P2 NEI DIARIa cura di Anna Vinci, Chiarelettere, Milano, pp. 580, € 14,00.

Il libro: Due ragioni hanno indotto Anna Vinci a curare questo libro (da poco in libreria nella sua nuova edizione della collana Tascabili di Chiarelettere), come ella stessa ha dichiarato anni, in occasione della prima edizione (2011): rendere omaggio a una grande donna e l’attualità del contenuto degli appunti di Tina Anselmi durante la sua presidenza della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla P2. La quale, relativamente alle audizioni e agli atti che esaminava, aveva l’abitudine di stendere appunti che fissassero un percorso e un insieme di circostanze la cui memoria riteneva importante per la democrazia.

Carte e fatti di cui il libro dà ampiamente conto e che riguardano momenti cruciali della vita del Paese e sui quali non mancarono tentativi di depistaggio e trame inquietanti.

 

Il risvolto: 192 tra generali e colonnelli, un centinaio di politici, alti magistrati, alti gradi della burocrazia dello Stato, vertici dei servizi segreti, Un golpe, senza armi e carri armati ma non meno pericoloso.

A distanza di quasi quarant’anni (la scoperta degli elenchi della P2 è del maggio 1981), risultano preziosi e rivelatori gli appunti della presidente della Commissione parlamentare Tina Anselmi, ex partigiana, cattolica e coraggiosa ministra.

Il volume comprende l’elenco completo degli iscritti alla P2, lettere di Cossiga, Gelli, Sindona ed estratti della Commissione.

Con la prefazione di Dacia Maraini, una testimonianza di Giovanni Di Ciommo, la postfazione di Giuliano Turone w e un nuovo saggio di Anna Vinci.

 

L’incipit: «Basta una sola persona che ci governa ricattata o ricattabile, perché la democrazia sia a rischio».

Con questa frase di Tina Anselmi ho convissuto a lungo, prima di decidermi a riprendere in mano i «famosi» foglietti, diari tenuti durante la sua presidenza della Commissione bicamerale inquirente sulla Loggia massonica P2 di Licio Gelli, dal dicembre 1981 al luglio del 1984.

Famosi, particolarmente, dopo che sono stati menzionati nel Dizionario biografico delle donne italiana curato dal ministero delle Pari opportunità, ministro Stefania Prestigiacomo, nell’aprile del 2004. Riporto una parte del testo, «curato» da Pialuisa Bianco, alla voce Tina Anselmi: «[…] La presidenza della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla P2, assegnatale nel 1982, cambiò il suo destino, quanto il moralismo giacobino, la vergogna del potere, l’istinto punitivo e tuttavia accomodante tra le parti, che furono la contraddittoria filosofia inquirente, dopo di allora, di tutte le commissioni parlamentari, cambiarono il corso del guerreggiato consociativismo italiano. […] I 120 volumi degli atti della Commissione, che stroncò Licio Gelli e i suoi amici, gli interminabili fogli dell’Anselmi’s list, infatti, cacciavano streghe e acchiappavano fantasmi».

Perché tanto livore istituzionale verso l’onorevole Anselmi e i suoi fogli? E soprattutto come giudicare qualcosa che non si conosce del tutto? Appunti scritti su pagine a quadretti di piccoli blocchi, su fogli intestati della Commissione, formano un diario, infatti, fino a oggi rimasto segreto.

Purtroppo, parlare di ciò che non si conosce interamente a molte persone non crea imbarazzo, non è considerato inquinante della deontologia professionale, perché ciò che conta è screditare l’altro o almeno ridicolizzarlo. La passione, l’onestà intellettuale, la disciplina che l’Anselmi ha dimostrato nella sua vita e che i foglietti, ancora una volta, documentano danno oggi fastidio e mal si sopportano.

 

La curatrice: Anna Vinci è nata a Roma, dove vive. È autrice di alcuni romanzi, tra i quali Restituta del porto (2002), Marta dei vocabolari (2002), Il signore del sorriso (2003). Ha pubblicato inoltre i saggi Gaspare Mutolo, la mafia non lascia tempo (2013). Sulla vita di Tina Anselmi, di cui è biografa, ha realizzato vari documentari dei quali l'ultimo, per Rai Storia, nel 2016, dal titolo La grazia della normalità.

Tina Anselmi è nata a Castelfranco Veneto nel 1927 in una famiglia cattolica antifascista. Il suo impegno civile e politico è iniziato con la Resistenza e proseguito, dopo la guerra, nel sindacato e all'interno della Democrazia Cristiana. Eletta alla Camera dei deputati per la prima volta nel 1968, è stata riconfermata fino al 1992, anno in cui si è ritirata dalla vita parlamentare. Nel 1976 è stata nominata, prima donna in Italia, ministro del Lavoro. Ha retto in seguito per due volte anche il ministero della Sanità. È stata inoltre presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulla loggia massonica P2 e della Commissione nazionale sulle conseguenze delle leggi razziali sulla comunità ebraica.

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