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La scuola serve a vivere meglio, non a produrre di più
(Nando Cianci)
Cos'è Scuolaslow
Scuolaslow è una piazza nella quale incontrarsi, discutere, raccontare le riflessioni, le esperienze, le pratiche intrecciate con l'idea di una scuola slow, vale a dire sottratta...
di Francesca Pansa, Rizzoli, Milano, 2019, pp. 160, € 18,00.
Un viaggio nella memoria familiare, un percorso a ritroso nel tempo, intriso di suggestioni letterarie. Il cuore di questa storia è Soave, di cui Francesca, la figlia, segue le tracce: Nessuna notte è infinita è il racconto di una famiglia, la sua, che si snoda lungo tutto il Novecento, in un Paese segnato da profondi cambiamenti, sullo sfondo delle vite quotidiane dei protagonisti di questo intimo omaggio alle proprie radici. Il cammino della famiglia inizia a Castrovillari, Calabria, e ha come destinazione Roma, alla scoperta di quel che c’è stato prima, in un tempo dai contorni sfumati, ormai perduto eppure sempre vivo nei ricordi: un pomeriggio assolato in un paese del Meridione, un austero collegio di suore, una maestra montessoriana che va in giro in calesse per far lezione ai bambini nei campi, le “pericolose” letture politiche di un giovane professore, un fotografo in erba che parte per l’America con una valigia piena di sogni. Un romanzo d’amore e di lotta, intenso come le esistenze che racconta, accompagnato dalle malinconiche note di un pianoforte che suona in sottofondo. Una storia che è prima di tutto un tributo alle donne antiche e moderne, donne che hanno tanto lottato, pianto, sofferto, amato. Soprattutto amato.
L’incipit: Non c’era bisogno di molte parole. Mamma era stata lapidaria. In casa di zio Italino, dovete stare con due piedi in una scarpa. Mi raccomando, bambine, in una sola scarpa. Quelle parole le sento ancora dentro di me. Quante volte, poi, sono stata costretta nella stessa condizione. Imbarazzo, rispetto, timore; o tutto insieme, mescolato in qualcosa di nuovo da conoscere e valutare.
Ma avevo quattro anni. E quella frase era suonata proprio oscura, quasi minacciosa. Che cosa aveva voluto dire mamma? Mi guardai le scarpette, di cui ero molto fiera. Un regalo di Natale di nonna. Le avevo messe solo una volta, a una festicciola di bambini, il compleanno di Francuccio, mio fratello.
Modello cartoon, ultima moda, di quelle che cominciavano a girare in quegli anni con la sorridente figurina Disney stampata al posto dei lacci.
Mia madre voleva acrobazie, che mi tenessi in equilibrio? Feci la prova. Barcollai, per poco non cadevo. Il sorriso del papero stampato sulla tela era sempre benevolo, ma mi parve con un filo di ironia in più. Come se ora ridesse anche per la mia goffaggine e ignoranza.
L’autrice: Francesca Pansa, giornalista, dirige il progetto Le fate sapienti, con antologie, agende e calendari. Ha pubblicato saggi e romanzi, tra cui Donne che odiano gli uomini, Ti porto sempre con me, Viaggio intorno ai sogni.