Novità
Scuola Slow è anche su Twitter (https://twitter.com/Scuolaslow) e su Facebook (https://www.facebook.com/scuola.slow)
La scuola serve a vivere meglio, non a produrre di più
(Nando Cianci)
Cos'è Scuolaslow
Scuolaslow è una piazza nella quale incontrarsi, discutere, raccontare le riflessioni, le esperienze, le pratiche intrecciate con l'idea di una scuola slow, vale a dire sottratta...
di Nicholas Searle, Rizzoli, Milano, 2019, pp. 368, € 19,00, dal 3 dicembre in libreria.
La foto questa volta non ha mentito. Roy la riconosce appena entra nel locale: lineamenti di porcellana e una figura esile, perfetta, l’incedere fiero e sfrontato. Niente a che vedere con le vedove assegnategli finora dal sito che accoppia maldestramente vecchi insignificanti a donne consumate e depresse. Anche Betty lo individua subito: distinto e autorevole, capelli candidi ravviati all’indietro, occhi azzurri impressionanti. Se lo scorrere del tempo non avesse conferito a quello sguardo un che di malinconico, la donna di fronte a lui avrebbe quasi paura. Ma non importa, perché lo ha trovato e vuole andare fino in fondo. Perché ci sono cose che non possono essere dimenticate. Né perdonate.
A Roy, lei sembra un dono piovuto dal cielo, il bersaglio ideale per il colpo che lui, truffatore di lungo corso, intende mettere a segno. L’ultimo, il più importante, un vorticoso giro di roulette prima di ritirarsi dalle scene. Il piano è semplice, un classico più volte collaudato. Basta attenersi al copione e funzionerà. E infatti, come previsto, Betty gli apre le porte del suo mondo. Eppure, a poco a poco, Roy si ritrova su un palcoscenico diverso, protagonista suo malgrado di un secondo atto inatteso e funambolesco, il più insidioso cui abbia mai preso parte.
Forte di una scrittura asciutta e briosa, Nicholas Searle ci consegna una storia ingegnosa di scatole cinesi e ambiguità, un romanzo da cui nasce oggi un film in cui i due protagonisti hanno il volto di Helen Mirren e Ian McKellen, mostri sacri del cinema contemporaneo.
L’incipit: È perfetto, pensa Roy. Kismet, serendipità, caso o combinazione: chiamatelo come vi pare. Tutte quelle cose insieme. Non sa se crede nel desino, o in qualcosa che si discosti dall’immediato presente. E in fin dei conti, con lui la vita è stata piuttosto generosa.
Si alza e fa il giro dell’appartamento, controlla che le finestre siano ben chiuse e gli elettrodomestici spenti come si deve. Dà un colpetto sulla tasca del blazer appeso alla porta: a posto, il portafogli c’è. E le chiavi sono in bella vista sul tavolino all’ingresso.
Va detto, questa signora pare proprio piovuta dal cielo, quanto meno stando alle informazioni che ha riletto sullo schermo. Era anche ora. Sa bene come gestire le variazioni marginali, quei momenti in cui la parola giusta o una frottola innocente trasformano le piccole imperfezioni in attributi del tutto positivi. È la natura umana. Dubita, per esempio, che il suo vero nome sia Estelle, nemmeno lui si chiama Brian, del resto. Per quanto lo riguarda, futili aggiustamenti di questo tipo vanno previsti e accettati. Servono a oliare gli ingranaggi. Una volta che verranno allo scoperto, si mostrerà adeguatamente tollerante, persino divertito da quei piccoli sotterfugi. Ben diverso è quando si è costretti a fare i conti con menzogne vere e proprie, pensa, mentre lascia cadere la bustina di tè nel cestino della differenziata, sciacqua tazza e piattino e li posa a rovescio sullo scolapiatti.
Fa un bel respiro e spegne il computer, poi accosta con cura la sedia alla scrivania. Ci è già passato: le grandi aspettative. Quella fugace riflessione è accompagnata da un momento di improvvisa stanchezza. Tutti i terribili appuntamenti nella campagna intorno a Londra in ristoranti anonimi, con vecchiette dimesse la cui amarezza, accumulata nei lunghi e inappaganti matrimoni con uomini deludenti e mediocri, a quanto pare aveva generato, in vedovanza, la licenza a mentire spudoratamente. Per loro niente bagaglio di ricordi felici né tantomeno ricche pensioni del defunto coniuge da godersi in verdeggianti residenze del Surrey. Abitano anguste casette a schiera in cui farla da padrone è la puzza del fritto, e sbarcano il lunario grazie ai sussidi statali, maledicendo un Bert, o un Alf, mentre meditano sulla loro vita sprecata. Ormai sono intenzionate a non lasciarsi sfuggire altre occasioni, costi quel che costi. Come biasimarle, dopo tutto?
L’autore: Nicholas Searle è cresciuto in Cornovaglia e ha studiato lingue a Bath e Göttingen. L’inganno perfetto, da cui è tratto l’omonimo film con Helen Mirren e Ian McKellen, è il suo primo romanzo.