Novità
Scuola Slow è anche su Twitter (https://twitter.com/Scuolaslow) e su Facebook (https://www.facebook.com/scuola.slow)
La scuola serve a vivere meglio, non a produrre di più
(Nando Cianci)
Cos'è Scuolaslow
Scuolaslow è una piazza nella quale incontrarsi, discutere, raccontare le riflessioni, le esperienze, le pratiche intrecciate con l'idea di una scuola slow, vale a dire sottratta...
Essere "umani" nel monto antico, di Maurizio Bettini, Einaudi, Torino, pp. 144, € 12,00.
Il libro: Quelli dei naufraghi, dei profughi e dell’accoglienza non sono problemi inediti, sorti in tempi – i nostri – che conoscono calamità su vasta scala (carestie, guerre, terre ipersfruttate che non danno più di che vivere) e conseguenti migrazioni epocali (7 milioni di persone in fuga dalle proprie terre). Sono fenomeni che, in dimensioni e con modalità differenti, hanno sempre interessato il pianeta. Dando luogo ad approcci diversi, ad accoglienze e respingimenti, ad aperture e rinserramenti a seconda delle condizioni storiche e delle culture dei popoli che ne erano investiti.
Siamo alle prese con nuove forme di analfabetismo, sulle cui cause c’è molto da riflettere. La formazione di persone colte, libere, capaci di governare la complessità può essere attuata con criteri aziendalistici? L’educazione è il tempo della semina e richiede pazienza e tempi lunghi.
Nel campo scolastico le rilevazioni quantitative dei risultati vanno prese con le molle: soggetti ed oggetto dell’istruzione e dell’educazione sono individui unici, irripetibili, portatori di storie personali, oltre che di caratteristiche comuni che ne fanno persone del nostro tempo. Gli standard ai quali li si vuole commisurare rappresentano, perciò, un’astrazione. Comprensibile, poiché la società vuole capire cosa accade in una istituzione di cui si è assunta il carico. Ma dannosa quando essa diviene il fine dell’istruzione e dà luogo ad una sorta di ossessione valutativa. I test schematizzati costituiscono, in tal senso, più che un rischio.
Miti storie immaginazioni, di Vito Teti, Donzelli, 2018, pp. 378, € 34.
Il libro: Si può leggere con piacere un libro che, stando al titolo, dovrebbe immediatamente instillarci angoscia e tremore? Può accadere, ed accade con questo intenso libro dell’antropologo Vito Teti che ci accompagna attraverso secoli e culture suscitando un doppio piacere. Quello, diciamo così, estetico, perché il libro (per quanto di grande erudizione e ineccepibile rigore) è scritto con la fluidità colta di chi frequenta tanto le stanze dei libri quanto i vicoli, le piazze, le case della vita quotidiana, che sta fuori dai libri e nella quale solo autori sapienti sanno farci entrare. L’altro godimento è quello dell’intelletto, perché il testo ci pone argomenti di conoscenza e riflessione da angolazioni insieme seducenti e profonde. E lo fa esplorando argomenti sui quali si tende oggi a mettere la sordina (o ad enfatizzare, il che è lo stesso).
La solitudine di una generazione iperconnessa, a cura di Matteo Lancini, Raffaello Cortina, Milano, pp. 334, € 26,00.
Il libro: Centomila ragazzi italiani agli arresti domiciliari. Non in forza di sentenze della magistratura. Ma per scelta propria, se di scelta si può parlare. È questo il numero impressionante dei giovanissimi che nel nostro Paese vivono 24 ore al giorno, per mesi o anni, autoreclusi in una stanza, spesso con le tapparelle abbassate, avendo, come unico contatto con il mondo, la Rete. Ancora ”pochi” di fronte al milione di coetanei giapponesi di pari condizione, che in quella terra uno psichiatra ha etichettato come hikikomori, termine che corrisponde al nostro stare in disparte.
Ma come si arriva a escludere dalla propria vita tutti i contatti diretti con gli altri e ad accettare solo quelli di natura virtuale?
Il malinteso democratico, di Yver Mény, il Mulino, Bologna, pp. 214, € 15,
Il libro: La ricca, complessa, ma anche problematica costruzione delle istituzioni occidentali, e della cultura politica che le sottende, è frutto di una lunga evoluzione storica, ma anche di punti di svolta e momenti di rottura derivanti da eventi e circostanze non sempre correlati e, a volte, anche casuali, che l’autore ricorda nell’incipit del volume. Questa modalità di lettura della storia viene applicata anche al tempo presente, nel quale viene individuato un ulteriore momento di rottura epocale, determinato da un insieme di fattori che portano ad interrogarci sullo stato di salute della democrazia così come la conosciamo: la crisi del “capitalismo globalizzato” accompagnato dalla rivoluzione tecnologica e da sconvolgimenti nei campi dell’economia, della finanza, della società del suo complesso. Un insieme che ha messo in crisi il ruolo e l’incidenza dello Stato nell’economia e, al contempo, i principi che hanno sin qui regolato il funzionamento dei sistemi democratici, ad iniziare da quelli della rappresentanza, della mediazione, della delega. Non poteva che scaturirne anche la crisi delle formazioni che all’attuazione di quei principi concorrevano, in primis i partiti.