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La scuola serve a vivere meglio, non a produrre di più
(Nando Cianci)
Cos'è Scuolaslow
Scuolaslow è una piazza nella quale incontrarsi, discutere, raccontare le riflessioni, le esperienze, le pratiche intrecciate con l'idea di una scuola slow, vale a dire sottratta...
La solitudine di una generazione iperconnessa, a cura di Matteo Lancini, Raffaello Cortina, Milano, pp. 334, € 26,00.
Il libro: Centomila ragazzi italiani agli arresti domiciliari. Non in forza di sentenze della magistratura. Ma per scelta propria, se di scelta si può parlare. È questo il numero impressionante dei giovanissimi che nel nostro Paese vivono 24 ore al giorno, per mesi o anni, autoreclusi in una stanza, spesso con le tapparelle abbassate, avendo, come unico contatto con il mondo, la Rete. Ancora ”pochi” di fronte al milione di coetanei giapponesi di pari condizione, che in quella terra uno psichiatra ha etichettato come hikikomori, termine che corrisponde al nostro stare in disparte.
Ma come si arriva a escludere dalla propria vita tutti i contatti diretti con gli altri e ad accettare solo quelli di natura virtuale?
Saggio sull'empatia umana, di Paul Dumouchel e Luisa Damiano, Raffello Cortina, Milano, pp. 224, € 19,00.
Il libro: Usciti dai confini della fabbrica, dove da tempo integrano o sostituiscono il lavoro umano, i robot stanno sempre più entrando nelle nostre case e nella nostra vita quotidiana, con applicazioni che investono nuovi campi e segnano l’avvento della robotica sociale: la sfera terapeutica, quella dell’assistenza agli anziani e ai bambini con bisogni speciali, persino quella sessuale, solo per dirne alcuni. Una avanzata che non pone solo problemi tecnici, organizzativi, di ricerca tecnologica, ma ci interroga anche sui modi della convivenza tra l’umano e l’artificiale e chiama in causa, in definitiva, l’etica. Questo insieme complesso di problemi, che presenta aspetti inediti nel cammino dell’uomo, viene affrontato da Paul Dumouchel e Luisa Damiano (docenti di filosofia alle università, rispettivamente di Kyoto e di Messina) in questo attento e rigoroso lavoro pubblicato da Raffaello Cortina.
Dove sono nate le idee che hanno cambiato il mondo, di Paolo Pagani, Neri Pozza, Vicenza, pp. 368, € 13,50.
Aristotele avrebbe composto i suoi Trattati se, invece che nella quiete peripatetica dei giardini ateniesi dedicati ad Apollo Licio, si fosse trovato ad insegnare nella turbolenta Roma repubblicana del secolo della ricostruzione dell’Urbe dopo l’invasione gallica? E Karl Marx avrebbe partorito Il Capitale se, invece di fare la spola fra le malandate stanzette dell’abitazione londinese di Soho e la Biblioteca del British Museum avesse espresso la sua intelligenza al riparo della tranquilla e agiata esistenza borghese che pur avrebbe potuto costruirsi in Germania? Non lo sapremo mai, ma questo libro di Paolo Pagani ci dice che, comunque, esiste una connessione tra i pensieri e i luoghi dove essi sono venuti alla luce, perché i luoghi hanno anche una vita propria, parlano, cantano, ispirano: coglierli è una delle abilità del genio.
di Marco Fasoli, il Mulino, Bologna, pp. 150, € 13,00.
Il libro: L’idea di benessere può variare a seconda dei luoghi, delle culture prevalenti nelle società, delle epoche storiche. Può coincidere con il Pil, laddove prevale l’idea che la felicità umana sia inscindibilmente connessa con lo sviluppo economico incessante. O con il Bil (Benessere interno lordo) e le diverse varianti che ne sono state elaborate, se si presta più attenzione al versante sociale. O, ancora, con il Fil (felicità interna lorda), con il quale il piccolo stato del Bhutan prende a criterio la qualità dell'aria, la salute dei cittadini, l'istruzione, la ricchezza dei rapporti sociali.
L’idea di benessere può cambiare, ovviamente, anche da individuo ad individuo (e nello stesso individuo in momenti diversi della vita), sulla base di ciò che ognuno considera fondamentale per sentirsi realizzato e appagato.
Dove nascono e cosa raccontano, di Marco Balzano, Einaudi, Torino, 2019.
Le recensioni: Balzano ci fa scoprire il fascino del linguaggio che usiamo quotidianamente, spesso senza accorgerci di quanto sia carico di storia e di significati molteplici ‒ colpevolmente ignorati o trascurati, nell’uso limitativo e impoverente di una terminologia sempre più abusata.
Attraverso il recupero del senso nascosto di una parola, possiamo arrivare a “padroneggiare la lingua nella sua storicità”, creare metafore e similitudini, confrontarci con altri linguaggi (verbali o visivi), scoprire relazioni con luoghi lontani, evitare l’appiattimento e la semplificazione del nostro modo di esprimerci, renderci più attenti a un utilizzo rispettoso del parlato, inteso come strumento etico di vicinanza a chi è altro da noi.
A questo serve lo studio dell’etimologia, a individuare l’origine dei vocaboli che adoperiamo distrattamente, chiarendocene l’uso improprio, mistificante, superficiale: “chi parla bene, pensa bene”, e viceversa.