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La scuola serve a vivere meglio, non a produrre di più
(Nando Cianci)
Cos'è Scuolaslow
Scuolaslow è una piazza nella quale incontrarsi, discutere, raccontare le riflessioni, le esperienze, le pratiche intrecciate con l'idea di una scuola slow, vale a dire sottratta...
(…) uscire dalla banalità che il desiderio di lavorare meno sia solo una cosa per ricchi o sia frutto dell’ozio e della pigrizia e che abbia come uniche conseguenze la lentezza della giustizia, il ritardo dei treni, i tempi lunghi di prenotazione di un esame clinico nelle strutture pubbliche, la scarsa produttività dei lavoratori che abusano di permessi, certificati medici e uscite giornaliere dal luogo di lavoro per lunghe pause caffè, che comprendono anche la spesa al mercato. Tutto questo per me è solo menefreghismo, non rispetto per la collettività, disimpegno verso la comunità, disprezzo per il lavoro e nulla ha in comune con quel lavorare con lentezza che dentro di me è sinonimo di lavorare con amore e giusto ritmo, in armonia con le altre persone e con l’ambiente, con quella meravigliosa alternanza tutta orientale di velocità e rallentamenti, di accelerazioni e di pause. Non so come l’avidità, l’egoismo e la sete di potere e di soldi e di successo abbiano potuto, nel tempo, ottenebrare la nostra mente al punto da farci credere che lo scopo ultimo del nostro lavorare potesse essere unicamente la ricchezza materiale o la manipolazione degli altri. In questo modo sono iniziati lo sgretolamento del tessuto sociale, la noia quotidiana (da colmare poi con eccitanti e/o comportamenti eccessivi), la lenta distruzione dell’ambiente in cui viviamo, la crisi economica ancora in atto e la totale confusione nella proposta dei rimedi per uscirne. E la cosa buffa è che, malgrado queste grandi dosi di egoismo, egocentrismo e di attenzione verso il nostro tornaconto, che coinvolge indiscriminatamente chi guadagna mille euro al mese o all’ora, siamo un grande pianeta di infelici e depressi (OMS).
(Bruno Contigiani, Lavorare con lentezza, Dalai Editore, Milano, pp. 32-33)
( Proposto da Scuola Slow)