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La scuola serve a vivere meglio, non a produrre di più
(Nando Cianci)
Cos'è Scuolaslow
Scuolaslow è una piazza nella quale incontrarsi, discutere, raccontare le riflessioni, le esperienze, le pratiche intrecciate con l'idea di una scuola slow, vale a dire sottratta...
di Bruno Fuligni, L'ippocampo, Milano, pp. 128, € 19,90.
Il libro: Gli alieni venuti a portare la civiltà nella terra nella remota preistoria. Lanci di satelliti disturbati da strani e inspiegati punti luminosi nel cielo. Una tribù africana che sostiene di provenire da un pianeta del sistema di Sirio. Interpretazioni di pitture rupestri del Mesolitico che vi vedono la raffigurazione di astronauti. E, naturalmente, gli avvistamenti dei dischi volanti. Di questo e di altro si narra in questo libro che va a cercare in vari luoghi della terra “segni” dai quali desumere visite e sbarchi di alieni sul nostro pianeta, con ruoli più o meno rilevanti nello sviluppo della storia umana. Segni rinvenuti in tutti i continenti attraverso la cui indagine l’autore cerca di sottrarre il tema delle intelligenze cosmiche alle leggende e all’azione deleteria di ciarlatani e mitomani per fondarlo su qualcosa di osservabile. Una lettura comunque utile per chi voglia accostarsi a fenomeni ancora circondati da ambiguità, ma che viene affrontato con attenzione da istituzioni nazionali e internazionali di vario livello.
Il risvolto: Dove trovare extraterrestri amichevoli? Come entrare in comunicazione con le intelligenze cosmiche, socializzare con gli Omini Grigi ed evitare i Rettiliani antropofagi? Chi custodisce i commenti dei «contattati» e degli «addotti», le cui storie si susseguono da settant’anni a questa parte? A partire dai primi UFO avvistati nel 1947, diverse serie di oggetti volanti non identificati hanno fornito migliaia di informazioni e ispirato le teorie più assurde, ridando vita a ogni sorta di superstizioni e utopie. L’universo dell’ufologia pullula di mitomani, impostori e guru, e tuttavia i governi hanno preso sul serio alcuni segnali difficili da spiegare altrimenti: militari e scienziati, servizi di intelligence e organizzazioni internazionali hanno raccolto dati in quantità sufficiente a rendere possibile, oggi, una cartografia del fenomeno. Punti di osservazione, basi nascoste, ambasciate segrete, tracce di passaggi millenari: dall’«ufoporto» di Arès al centro sotterraneo dell’Area 51, ecco il primo atlante che ci fa scoprire dove si trovano i punti d’incontro tra terrestri e EBE – le misteriose Entità Biologiche Extraterrestri.
L’incipit: […] Certamente possiamo sorridere leggendo quest’opera, ma è bene ricordare che i primi uomini hanno cominciato a pensare scrutando le stelle: l’osservazione degli eventi spaziali è quindi legata al risvegliarsi dell’intelligenza astratta, e anche se non permette a ognuno di noi di incontrare l’alieno dei suoi sogni o di generare un «bambino cosmico», ci invita quanto meno a una riflessione profonda, che ridefinisce il nostro centro di attenzione.
Già nel III secolo a. C. Epicuro affermava che l’Universo è infinito, con una conseguenza, per così dire, statistica, riportata nella sua Lettera a Erodoto: «Ma, in verità, anche i mondi sono infiniti, tanto quelli simili a questo quanto quelli dissimili. […] Perciò non c’è nulla che possa costituire impedimento alla infinità dei mondi».
Combattuta da Aristotele, campione dell’antropocentrismo, questa concezione diventa pericolosamente eretica nel mondo cristiano e ci vorrà tutto il coraggio di un pensatore come Bernard le Bovier de Fontenelle per confutarla nelle sue Conversazioni sulla pluralità dei mondi, sotto forma di facezie tanto erudite quanto galanti scambiate con una immaginaria marchesa.
«Grandi, smisurati corpi, che paiono avere ali bianche, che volano sul mare vomitando fuoco da ogni canto, e che vengono a gettar sulla riva sconosciuti, tutti ricoperti di ferro, che dispongono a loro piacimento dei mostri che cavalcano e impugnano fulmini, con i quali abbattono loro tutto ciò che si oppone loro. Donde mai sono venuti costoro? Chi può averli condotti oltre il mare? Chi ha posto il fuoco a loro disposizione? Sono i figli del sole? Perché certamente non sono uomini». Così riassume Fontenelle, nel 1686, non un romanzo di fantascienza ante litteram, ma «lo spettacolo del mondo più strano e meno atteso» che si presenta agli indiani d’America quando vedono sbarcare i conquistadores. E per analogia, gli viene facile ipotizzare che un giorno potrebbero arrivare qui gli abitanti di un mondo di cui non conosciamo l’esistenza, come i primi americani non conoscevano l’Europa.
L’autore: Bruno Fuligni, ci informa la quarta di copertina è un conoscitore degli archivi più riservati, avendo avuto accesso ai molteplici e sconcertanti documenti che raccontano il più grande enigma dei nostri tempi.