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La scuola serve a vivere meglio, non a produrre di più
(Nando Cianci)
Cos'è Scuolaslow
Scuolaslow è una piazza nella quale incontrarsi, discutere, raccontare le riflessioni, le esperienze, le pratiche intrecciate con l'idea di una scuola slow, vale a dire sottratta...
“Essere competitivi” è diventata un’espressione indiscutibile, un comandamento. L’obbedienza a tale comandamento esige una continua tensione verso lo scopo da raggiungere, un perenne stare all’erta per posizionarsi meglio, un continuo correre per stare un metro più avanti degli altri. Ed ha, perciò terrore dei tempi vuoti.
E’ la cultura della competizione che –oltre che dominare il discorso pubblico e le tensioni degli economisti- mette fuori gioco gli anziani e si impadronisce, a volte a loro insaputa, di tanti genitori e di tanti insegnanti quando si convincono che bisogna addestrare le persone sin da piccole a competere, perché se non acquisiscono al più presto gli strumenti per gareggiare soccomberanno da adulti nella dura competizione della vita. E così gli adulti rimpinzano il tempo dei bambini con mille attività, nella convinzione che più ne facciano più siano stimolati e più sviluppino intelligenza e creatività. […]
Non occorre molta fatica per scorgere che il terrore del tempo vuoto e la connessa ansia abitano innanzitutto gli adulti e si manifestano anche quando questi ultimi non organizzano per i bambini una fitta rete di impegni strutturati. Molti adulti si spaventano se vedono che un bambino se ne sta per un po’ solo e isolato. E lo assalgono con domande sul suo stato e con proposte di rioccuparsi immediatamente in qualcosa di visibile e di tangibile. Invece una solitudine agìta di tanto in tanto risponde ad un bisogno che aiuta la crescita: il tempo non va riempito per forza, essendo anche «silenzio, sguardo, ascolto, solitudine» (Crepet). Tra parentesi: l’ansia genitoriale persiste anche quando i figli crescono: l’inquietudine dei giovani preoccupa, appare il segno di qualcosa che non va, di una crescita che non procede in una direzione diritta, che sbanda e crea incertezza. E’ la naturale, ma irrealistica, aspirazione a vedere i figli sempre e comunque felici, sempre sereni, a non far comprendere che si tratta di una situazione del tutto naturale, che i ragazzi vanno cercando la loro identità e che questa ricerca procede per acquisizioni e perdite, progressi e battute d’arresto, certezze che sembrano indiscutibili e che un momento dopo crollano. Procede, insomma, in modo inquieto. Cioè naturale.
(Nando Cianci, Del vivere con lentezza, Rivista Abruzzese, n. 4-2012, p. 292 , proposto da Scuola Slow).
Il testo del 13 maggio, 7^ Giornata Mondiale della Lentezza, è accompagnato da
Passeer de straat, scritta e interpretata dal cantautore Duijf:
http://www.youtube.com/watch?v=4K3031d5ghM