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La scuola serve a vivere meglio, non a produrre di più
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Scuolaslow è una piazza nella quale incontrarsi, discutere, raccontare le riflessioni, le esperienze, le pratiche intrecciate con l'idea di una scuola slow, vale a dire sottratta...

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BICICLETTA BAMBU8371 km dal cuore dell'Africa Nera alle Paralimpiadi di Londra
di Matteo Sametti
Ediciclo, Portogruaro, pp. 224, € 16,50

Il libro: Nelle favole c’è sempre una regina che chiede a un cavaliere di compiere un’impresa. La regina in questa storia esiste davvero: si chiama Nkomeshya Mukamambo II, ed è una chieftness di una tribù zambiana che amministra una regione grande come la Lombardia. È lei che un giorno si è rivolta a Matteo Sametti e a Sport2build (una organizzazione indipendente che attua progetti per migliorare, attraverso lo sport, le condizioni dei bambini e dei giovani di realtà svantaggiate) per trovare i finanziamenti per costruire una scuola per uno dei villaggi sperduti nel suo territorio.
   Sametti ha così deciso che quella era l’occasione che aspettava da anni: un viaggio in sella ad una bicicletta dal telaio di bambù, attraverso l’Africa, per far conoscere il progetto e per raccogliere fondi per finanziarlo. In sella a una bici di bambù, prodotto tipico zambiano, Matteo è partito da Lusaka, capitale dello Zambia, ha pedalato per 75 giorni e 8371 km e due mesi ed raggiunto Londra per assistere alle Paralimpiadi. Un traguardo simbolico, grande momento di sport per tutti, ma esempio di impegno quotidiano, con le sue storie esemplari di gente che non si è mai rassegnata. Questo libro è il diario dell’avventura dell’autore e della sua bici di bambù. Un’avventura a pedali, che ha attraversato i 50 C° del deserto sudanese e i 3000 e passa metri degli altipiani dell’Etiopia, sentieri di fango e piste di sabbia, villaggi attraversati tra ali di folla di bambini in festa, come neanche al Tour de France, bivacchi di pastori, la bolgia infernale del traffico del Cairo. Per scoprire, poi, che è più facile perdersi per le strade di Francia che pedalare sui tracciati africani. Poi, finalmente, l’arrivo a Londra e la cerimonia di apertura delle Paralimpiadi. Con sette chili in meno, ma con la certezza, a viaggio terminato, di aver addosso molto di più. Una ricchezza conquistata pedalando con uno stato che corrisponde al contenuto di una delle frasi pronunciate dallo scienziato Stephen Hawkings durante la cerimonia di apertura delle Paraolimpiadi: «Ricorda di guardare in alto, verso le stelle, e non in basso, alla punta dei tuoi piedi».

L’incipit: «Ma non avevi i soldi per tornare in aereo, o almeno in macchina?».
   Me lo hanno domandato in tanti nei sette stati africani in cui ho pedalato. Un
musugu, un bianco, non può muoversi in bici, a meno che non sia al verde! «I bianchi sono tutti ricchi», mi ricordo la sorpresa e lo stupore incredulo sul volto del mio amico Abraham quando fermi a un semaforo di Johannesburg vedemmo un bianco che mendicava con appeso al collo un cartello con scritto Sono senza casa e non ho da mangiare.
  Il mio primo viaggio in bici l’ho fatto a otto anni. Mi trovavo in vacanza in un campeggio vicino a Como, misi in uno zaino biscotti e cioccolato, acqua nella borraccia, e via! Promisi a mia madre che non sarei uscito dal campeggio, ma non fu così …  Esplorai Grandate e ci rimasi molto male quando per attraversare la statale dovetti scendere dalla bici e camminare in preda al panico sulle strisce pedonali.
   L’Africa ha sempre suscitato il mio interesse fin da bambin
o; anzi, fin da quando ho iniziato a capire qualcosa: Già allora mi colpivano la varietà delle sue espressioni e la vastità delle informazioni che, col passare degli anni, raccoglievo sul suo conto. L’Egitto delle piramidi e del Nilo era Afric. Una Madonna nera che avevamo in casa era Africa. I bambini del Biafra che si vedevano in televisione erano Africa. Dovevo mangiare tutto senza sprecare niente perché ero fortunato, non come i miei fratellini in Africa. Ed era Africa Nata libera, il mio telefilm preferito. Erano Africa Annibale e gli elefanti che attraversarono le Alpi, i felini che vedevo sull’enciclopedia degli animali e i primi immigrati che giravano per le nostre città e che chiamavamo semplicemente “marocchini”. Come pure il poster di Henry Rono che vince la Cinque Mulini. Il Sudafrica e il razzismo. Il Kilimanjaro. […]
   Il sogno di un lungo viaggio in bici attraverso l’Africa mi ha poi accompagnato per tutta la vita.

L’autore: Matteo Sametti è nato a Legnano 44 anni fa. Nel 2006, dopo aver esercitato per dodici anni la professione di commercialista, si è trasferito in Zambia per occuparsi a tempo pieno di cooperazione con i paesi in via di sviluppo. Nel 2010 ha fondato, con Serena Borsani, Sport2build, una onlus che fa dello sport uno strumento di integrazione, sviluppo e pace e che, creando occasioni di amicizia e crescita, costruisce le basi per un futuro migliore per molti bambini africani, consolidando consapevolezze fiducia in loro stessi.

   

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Grande studio (ambizione) degli uomini mentre sono immaturi, è di  parere uomini fatti, e quando sono uomini fatti, di parere immaturi.   
 
(G. Leopardi, Zibaldone, 16. Settem. 1832).

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