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Scuolaslow è una piazza nella quale incontrarsi, discutere, raccontare le riflessioni, le esperienze, le pratiche intrecciate con l'idea di una scuola slow, vale a dire sottratta...
Una fede civile per la cura del mondo
di Duccio Demetrio
Raffaello Cortina Editore, Milano pp. 264, € 15,00
IL LIBRO: La religiosità della terra non è una devozione neopagana e nemmeno un culto. E’ un modo di sentire umano tra i più immediati e istintivi. E’ meraviglia, commozione sgomento dinanzi al manifestarsi della natura in forme molteplici e discordanti: bellezza sublime, supremazia, indifferenza.
Sia il credente sia il non credente, dinanzi alla natura, non possono che provare identiche emozioni. Per questo oggi è necessaria una comune fede civile, un’alleanza feconda nella custodia del mondo, tra tutti coloro che intendono opporsi alle aggressioni, alle negligenze, ai saccheggi indiscriminati contro la terra che, da madre, si rivela sempre più figlia.
L’INCIPIT: […] forse in una pioggia,/ ma non sappiamo ritrovarne il senso,/ mai fu la nostra vita così piena/ di incontri, di arrivederci, di transiti/ come quando ci accadeva soltanto/ ciò che accade a una cosa o a un animale:/ vivevamo la loro come una sorte umana/ ed eravamo fino all’orlo colmi di figure.[1]
I versi di Rainer Maria Rilke mi rammentano che il primo incontro con un sentimento religioso per la terra, per i suoi misteri e ogni meraviglia, lo debbo a mio padre. Avevo circa quattro anni. Non accadde in una chiesa, né ascoltando una storia biblica o un racconto edificante. Né tale esperienza, nell’inconsapevolezza infantile di quanto stessi provando, l’avvertii dinanzi ad un paesaggio senza confini, a un fenomeno naturale sorprendente, alla sua indefinibile e sublime bellezza. Non ricordo tramonti, arcobaleni, temporali estivi. Tutto questo mi si rivelò più tardi, da adolescente. Quando con la scrittura mi sembrò necessario trattenere per me, più a lungo, quelle emozioni vissute tra gli alberi:piantandone alcuni, curando il nostro giardino. Conservo invece una memoria vivida –estatica- di alcuni momenti speciali (fortuiti o propostimi per gioco), durante i quali assistevo a cause e a effetti che andavano compiendosi sotto i miei occhi per loro intrinseca necessità. Quella prima volta, di cui dirò, la mia frenetica curiosità venne appagata da un quanto mai profano piattino da caffè.
L’AUTORE: Duccio Demetrio ha insegnato Filosofia dell’educazione all’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Ha fondato e dirige la Libera università dell’autobiografia e la Scuola di ecologia narrativa di Angiari e l’Accademia del silenzio. Ha pubblicato fra l’altro, per Raffaele Cortina, Filosofia del camminare (2005), La vita schiva (2009), L’educazione non è finita (2009) e Perché amiamo scrivere (2011).
[1] R.M. Rilke, da Infanzia, in Poesie 1907-1926, a cura di A. Lavagetto, tr. It. Einaudi, Torino 2000, p. 55.