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Scuolaslow è una piazza nella quale incontrarsi, discutere, raccontare le riflessioni, le esperienze, le pratiche intrecciate con l'idea di una scuola slow, vale a dire sottratta...

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Arte di ascoltareGli ingredienti delle scuole felici
di Marianella Sclavi e Gabriella Giornelli
Feltrinelli, Milano, pp. 256, € 14,00

Il libro: La relazione tra docenti e studenti si è fatta certamente complicata, negli ultimi decenni, per un molteplicità di fattori. I mutamenti sociali, l’affievolirsi dei riferimenti simbolici legati ai ruoli esercitati dalle diverse figure nelle piccole e grandi comunità (a cominciare da famiglia e scuola), il venir meno del riconoscimento dell’insegnante come depositario e “trasmettitore” della cultura e dell’ “autorità” della tradizione, la difficoltà delle generazioni formatesi sui libri a comunicare con i “nativi digitali” e a trovare una sintesi tra i linguaggi basati sulla parola, orale e scritta, e quelli nuovi che hanno fatto irruzione nell’universo comunicativo.

Problemi di grande portata, che possono causare disorientamento e smarrimento. E che, insieme ad altri fattori della relazione tra generazioni  –presenti in ogni epoca-  danno luogo a  conflitti quotidiani e tensioni difficili da gestire. Ci vogliono studio, ricerca, capacità di analisi per affrontare cambiamenti di vasta portata. E ci vuole anche quel che comunemente si indica come buonsenso. Vale a dire la capacità di relazionarsi con animo aperto con i bambini e i ragazzi, di stare nel mondo senza volerlo ridurre alla propria unica personale visione, di inerpicarsi per le attività educative  senza rigidità schematiche. Il che significa, anche, apprezzare come una risorsa  (e non subire come un fastidio, o addirittura percepire come un pericolo) i diversi modi di guardare le cose, la molteplicità di idee, di modi di lavorare, di abitare la realtà.
A questa prospettiva di valorizzazione delle diversità e di movimento tra i conflitti senza ostilità e cercando soluzioni condivise in modo creativo, si ispirano Marianella Sclai e Gabriella Giornelli  nel loro La scuola e l’arte di ascoltare, che reca l’ambizioso sottotitolo di Gli ingredienti delle scuole felice. Si tratta di un libro che, partendo dall’analogia con la piadina, esplicata qui sotto nell’incipit, propone tre ingredienti fondamentali per realizzare l’incontro delle molteplicità: la capacità di ascoltare in modo attivo, il saper affrontare in modo aperto e creativo i conflitti, un po’ di ironia, considerato il pizzico di sale che dà equilibrio alla ricetta.
E’ un libro che suscita interesse perché nato sul campo, nell’esperienza concreta degli incontri fra le mura scolastiche e, contemporaneamente, nella riflessione che per molti anni le due autrici hanno condotto insieme sulle proprie esperienze. Un lavoro che si snoda, perciò, attraverso gli incontri con gli studenti, l’osservazione delle dinamiche relazionali, la riflessione sulla gestione pratica dei conflitti e della “mediazione creativa” per affrontarli, l’idea di una prospettiva che faccia della scuola uno “spazio ideativo partecipato”, l’unico che ci consenta capace di mettere a frutto le diversità. Un cammino che, muove , come si è detto, dall’analogia con la piadina e che a tale analogia torna alla fine, per delineare una “ricetta” che sconfigga «lo stereotipo dell’adulto giudicante» e crei veri «contesti di mutuo apprendimento».

L’incipit:Il singolo tratto distintivo delle scuole e società “felici”, dove le persone si incontrano, lavorano e studiano volentieri e in modo fruttuoso, è la capacità di trasformare la diversità in risorsa. Si tratta di ambienti in cui diventa “normale” considerare la molteplicità dei punti di vista come occasione per costruire soluzioni creative di mutuo gradimento, invece che come occasione per costruire degli schieramenti ostili e contrapposti.
Perché i singoli, i gruppi e le istituzioni comincino a operare secondo questo principio sono necessari una serie di cambiamenti che inizialmente creano uno scombussolamento enorme nelle nostre vite e abitudini, ma che una volta realizzati appaiono tutti molto semplici, relativamente poco costosi ed estremamente remunerativi sul piano della sostenibilità psichica e ambientale.
La coautrice di questo libro, Gabriella Giornelli, ed io [
Marianella Sclavi] abbiamo deciso (siamo entrambe romagnole) che ci convince l’analogia con la ricetta della piadina: se hai gli ingredienti e magari una azdora[1] che ti fa vedere come si fa, non è difficile. Ma in tutte le discussioni sulla riforma della scuola, Invalsi o non Invalsi, così come sulla riforma della politica, premi di maggioranza, primarie, ecc., questi ingredienti così ovvi e semplici, farina (ascolto attivo), acqua (gestione creativa dei conflitti, confronto creativo) e sale quanto basta (un pizzico di umorismo), sono assenti. E allora: si chiacchiera, si chiacchiera, ma niente piadina.
Una seconda analogia si riferisce a piadina e arte di ascoltare: entrambe in realtà sono elusive, si rivelano più difficili del previsto proprio per la loro semplicità. E’ facile prenderle sottogamba, ma perché vengano bene non basta seguire una ricetta su un libro di cucina.
L’arte della piadina la si scopre facendola, è con l’occhio esperto che ci si mette quel pizzico di ingrediente che ne assicura il successo, quel tanto che basta perché lieviti, sia soffice e gustosa. L’arte è tutta nel sottrarre, non nell’aggiungere ingredienti. E’ nelle mani nude e nel modo in cui si impasta. Con l’ascolto attivo è un po’ la stessa cosa. Sì, si può schematizzare e renderlo evidente nei vari passaggi, ma quello che si ottiene è visualizzare un ascolto attivo che ha funzionato in un certo contesto e magari non funziona in un altro. Quello che serve è uno sguardo allenato a cogliere la possibilità di mettere a proprio agio l’altro perché ci parli, e da quello che ci dice saper cogliere le sfumature per rilanciare comunicazione, ascolto, parola, capacità di iniziativa. E’ un continuo sottrarsi come protagonista, per far sì che lo diventi l’altro. E mentre la comunicazione si snoda si scopre sempre qualche nuovo insegnamento che ci ritorna indietro, prezioso per guidare i passi successivi.


Le autrici
:
Marianella Sclavi ha insegnato Etnografia urbana al Politecnico di Milano. È autrice di numerosi libri fra i qualiArte di ascoltare e mondi possibili(Bruno Mondadori),La signora va nel Bronx(Bruno Mondadori),A una spanna da terra(Bruno Mondadori), Ciao mamma, vado in Cina!(Ipoc press), e, come coautrice, diConfronto Creativo(con Lawrence Susskind, Et Al Edizioni) eAvventure Urbane. Progettare la città con gli abitanti,(Eleuthera).
Gabriella Giornelli, ex insegnante di scuola media, ha scritto saggi inclusi nel volumeAttesi imprevisti(a cura di Paolo Perticari, Bollati Boringhieri) ed è coautrice diEducazione linguistica interculturale(con Giornelli, Maioli; Erickson). Ha fondato e diretto la rivista Paesaggi educativi e collabora col Centro di documentazione educativa di Cesena.


[1] Azdora: regina del focolare romagnolo.

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