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La scuola serve a vivere meglio, non a produrre di più
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Scuolaslow è una piazza nella quale incontrarsi, discutere, raccontare le riflessioni, le esperienze, le pratiche intrecciate con l'idea di una scuola slow, vale a dire sottratta...

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GIROLOMONIVita di Gino Girolomoni, padre del biologico
di Massimo Orlandi
Prefazione di
Vandana Shiva
emi,Bologna, pp. 192, € 14,00

IL LIBRO: «Mi considero un poeta religioso e politico, una categoria pericolosa: quegli uomini che, se individuano un obiettivo, fanno un gran casino e coinvolgono tutti quelli che avvicinano per raggiungere il sogno».
Quello di Gino Girolomoni (1946-2012), contadino e mistico, marito e «monaco», è stato ritornare alla terra, rivivere l’affetto per il lavoro agricolo come contatto vivo e vivificante con il creato. Grazie a tale passione, scaturita da un cristianesimo radicale, Girolomoni ha costruito un’esistenza intessuta di opere e incontri: la rinascita di un monastero abbandonato, Montebello, ancor oggi luogo di spirito e silenzio per tanti e tante in ricerca; «Alce Nero» (oggi «Girolomoni»), la prima cooperativa agricola biologica in Italia; i dialoghi con gli amici Guido Ceronetti, Massimo Cacciari, Sergio Quinzio, Vittorio e Rosanna Messori. E, in tempi più recenti, la lotta contro gli Ogm, «la prova vivente che esiste il diavolo». Ermanno Olmi definisce «sacrale» la missione di impegno civile ed ecologico di Girolomoni. Con racconti e pagine saporite, Massimo Orlandi ci guida nella conoscenza di un autentico profeta del nostro tempo, capace di ritornare alla terra per trovare il Cielo. Un uomo che chiedeva ai suoi sodali «di smettere di esistere per cominciare a vivere».
E che nel cuore portava una certezza antica: «Vedi, amico, il grano è come Gesù Cristo. Non ti tradisce mai».

L’INCIPIT«Stet boni! Ho da fè un discors». Il patriarca allontana il piatto e alza lo sguardo. Il brusio naturale della  festa sfuma, ora è solo sfondo.
«Io da sempre sono convinto che noi contadini abbiamo una storia importante, che nessuno ci riconosce. Oggi siamo qui riuniti, quattro generazioni diverse, a testimoniare che questa storia continua».
Natale 2011. Il focolare di casa Girolomoni brontola le sue scintille ai ventotto commensali.
La famiglia unita lo è sempre stata, riunita come oggi mai.
Siamo nella casa di Ripa del Falco, quella dove oggi vive Alessio, il fratello più piccolo di Gino. Una colonica sui colli del Metauro, nell’urbinate, l’Appennino marchigiano alle spalle, l’Adriatico a portata di orizzonte. E’ qui che la famiglia Girolomoni vive dal 1923. E’ qui che nacque anche Gino nell’immediato dopoguerra, appena in tempo per intercettare un mondo e la sua dignità di esistere, molto più grande dell’onta di scomparire.
«Mi ricordo tanti pranzi di Natale qui, si tornava dalla messa a piedi, e zio Adamo indossava una sciarpa rosso bordeaux come quella che ho messo oggi. Ed era elegante».
Gino allarga le mani sul tavolo, chiede ai ricordi di farsi avanti da soli. E sul tavolo ancora ingombro di buone pietanze arrivano i ricordi, alla spicciolata, e portano con sé tutti quelli che non ci sono: arriva un tale Santi, le carte dicono che fu lui a portare il cognome Girolomoni da queste parti nel 1938. Arrriva nonno Getullio, che durante la guerra salvò due soldati americani precipitati con l’aereo nascondendoli nel bosco, e il generale Alexander gli dedicò una benemerenza. Arriva lo zio Gino, che ritornò da sette anni di prigionia in Germania e morì iil giorno dopo, perché il suo cuore non resse alla flicità del primo bagno, a Gabicce; arriva nonna Marietta, che pregò fino alla fine per rivedere quel figlio almeno una volta, e una volta sola fu.
E infine arriva mamma: E quella parola,
mamma, in bocca a Gino, cattura ogni respiro.

L’AUTORE:  Massimo Orlandi, giornalista (Pratovecchio, Arezzo, 1965), ha dedicato molti suoi lavori al racconto biografico del cammino di crescita umana e ricerca spirituale di testimoni speciali. Tra i suoi libri, tutti pubblicati dalla Fraternità di Romena (di cui è uno dei fondatori), Prendi il largo (2002), Giovanni Vannucci. Custode della luce (2006), La forza della leggerezza (con Arturo Paoli, 2007), In molti giorni lo ritroverai. Incontro con Erri De Luca (2008), Invisibile agli occhi (con Wolfgang Fasser, 2010), Lettere da Romena (2012), Il morso del più. Incontri con Luigi Ciotti (2013).

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(G. Leopardi, Zibaldone, 16. Settem. 1832).

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