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La scuola serve a vivere meglio, non a produrre di più
(Nando Cianci)

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Scuolaslow è una piazza nella quale incontrarsi, discutere, raccontare le riflessioni, le esperienze, le pratiche intrecciate con l'idea di una scuola slow, vale a dire sottratta...

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MONASTERIdi Maurizio Pallante
Lindau, pp.176, € 13,00

Il libro: Man mano che la crescita economica diveniva l’ossessione dominante, si è andata affermando, soprattutto nel mondo occidentale, l’idea che il benessere di una nazione coincida con il valore commerciale di ciò che riesce a produrre e, parallelamente, che il benessere individuale consista nella quantità di merci che ognuno di noi riesce ad acquistare e a consumare. Gli aspetti materiali dell’esistenza hanno, così, fatalmente conquistato la preminenza nell’agire pubblico e privato.
Con l’avvento della crisi economica mondiale e la conseguente minor possibilità di acquistare merci e servizi da parte di strati sempre più ampi di popolazione, si va ora sviluppando un senso di smarrimento: diminuendo il possesso della fonte materiale del benessere, ci si può sentire più fragili anche emotivamente. Questo, naturalmente, fino a che la dimensione materiale del consumo venga considerata la fonte primaria dell’affermazione di sé.
Tanto l’avvento della crisi, con la connessa impossibilità ad uscirne riproponendo uno sviluppo illimitato che il pianeta non può sostenere, quanto il disagio diffuso che esso determina, vanno mostrando con sempre maggiore chiarezza che l’idea di benessere deve essere sostanzialmente ripensata.
A fronte di ciò, in questo libro Maurizio Pallante propone un approccio che utilizza la suggestiva immagine dei monasteri, efficacemente riassunta nella quarta di copertina: «La vita monastica, che ha rappresentato per secoli uno dei modelli vincenti di utilizzazione delle risorse e di aggregazione sociale, ritrova in questo momento storico la sua attualità: l’organizzazione comunitaria, il rapporto tra la dimensione del lavoro e la dimensione spirituale degli antichi monasteri possono offrire indicazioni importanti a chi voglia fondare i monasteri del terzo millennio e attuare la rivoluzione dolce di cui c’è bisogno oggi».
Attraverso questa strada sarà possibile «cominciare a costruire modelli economici e produttivi alternativi, a instaurare relazioni umane fondate sulla collaborazione e la solidarietà, a promuovere l’autosufficienza, soprattutto alimentare ed energetica, delle comunità locali, a realizzare forme più eque di redistribuzione delle risorse tra i popoli, a garantire il futuro delle generazioni a venire». A costruire, cioè, un’altra idea ed un’altra pratica del ben-essere individuale e sociale, che Pallante ritiene possibile perseguire, come è noto, tramite il modello della decrescita felice.


L’incipit
:Nel corso del XX secolo la vita monastica in occidente ha subìto un costante declino. Molti monasteri non ospitano più tra le loro mura comunità religiose e l'afflusso dei pellegrini è stato sostituito da comitive di turisti che si limitano a visitarne le chiese e i chiostri, ascoltando più o meno attentamente qualche riassunto storico delle vicende che hanno attraversato, osservando più o meno distrattamente le loro strutture architettoniche e le opere d'arte che contengono. Le uniche funzioni religiose che ancora si celebrano al loro interno sono, di tanto in tanto, matrimoni di coppie attratte più dalla bellezza e dalla suggestione dei luoghi che da una sintonia spirituale con chi vi si rinchiudeva per scelta di vita. Lo stesso impegno delle amministrazioni pubbliche e delle sovrintendenze ai beni artistici e culturali a preservarne l'integrità, o a recuperarla nei limiti del possibile quando sia stata intaccata dall'incuria e dall'abbandono, è motivato nei casi più nobili da ragioni di carattere storico e culturale, più spesso dalla speranza di trasformarli in attrattori di turismo che facciano confluire sulle economie locali flussi di denaro aggiuntivi. A chi li visiti, cercando di ricavare elementi di riflessione e meditazione dallo spirito che li animava, appaiono come conchiglie fossili, di cui sono sopravvissute le strutture ma non la vita che ospitavano.
Le cause di questo declino sono state ampiamente analizzate, a partire dalle riflessioni svolte da Max Weber sul disincantamento del mondo attuato dalla razionalità occidentale e dal progresso scientifico. La fede in Dio è stata sostituita dalla fede nella scienza. La crescita incessante della produzione di merci consentita dalle innovazioni tecnologiche ha indotto a confondere il ben-essere col tanto-avere e a utilizzare come indicatore del benessere il prodotto interno lordo, ovvero il valore monetario degli oggetti e dei servizi scambiati con denaro nel corso di un anno. Inevitabile che nell’immaginario collettivo dei paesi industrializzati la dimensione materialistica prendesse il sopravvento su quella spirituale e ne derivasse un appiattimento degli esseri umani sulle due dimensioni complementari di produttori e di consumatori di merci. La capacità di acquistare merci è diventata il segno della realizzazione umana e il denaro l’asse portante del sistema dei valori.

L’ autore: Maurizio Pallante si occupa di economia ecologica e tecnologie ambientali. Nel 2007 ha fondato il Movimento per la Decrescita Felice di cui è il coordinatore nazionale. Nel 1988, con Mario Palazzetti e Tullio Regge, è stato tra i fondatori del Comitato per l’uso razionale dell’energia (CURE). Tra i molti libri pubblicati, La decrescita felice. La qualità della vita non dipende dal PIL (2005, Edizioni per la decrescita felice), Sono io che non capisco. Riflessioni sull’arte contemporanea di un obiettore alla crescita” (2013, Edizioni per la Decrescita Felice), Le tecnologie di armonia, 1994, Bollati Boringhieri), Scienza e ambiente. Un dialogo, con Tullio Regge (1996, Bollati Boringhieri), Un futuro senza luce? (2004, Editori Riuniti), Felicità sostenibile – Filosofia e consigli pratici per consumare meno, vivere meglio e uscire dalla crisi (2009, Rizzoli), Ha collaborato con giornali e periodici, tra cui il supplemento settimanale de La Stampa, Tuttoscienze, Il Sole 24 ore, Il Manifesto, Il Ponte, Equilibri.

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