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SPINOZAdi J. Colerus e J.-M. Lucas

Quodlibet, Macerata,  pp. 218, € 15,00.

Il libro: Se la filosofia è l’esercizio di un cammino di vita, un transitare nell’esperienza del mondo e non una intellettualistica separazione dell’intelletto dalla vita, poche biografie di filosofi  possono darne conto in maniera tanto esemplare come quella di Spinoza. Per il suo stare nei suoi  tempi in maniera filosoficamente intensa, con il suo interrogarsi sul senso della vita nell’epoca di una profonda rivoluzione scientifica. Per il suo  guardare l’avvento di tale rivoluzione sotto il segno dell’etica. Per la ricerca costante di una piena corresponsione tra la riflessione teoretica e la svolgersi delle proprie vicende esistenziali.
Per queste ragioni, ma anche per il «groviglio inestricabile» che presentano l’insieme delle sue biografie, ogni pubblicazione relativa al racconto della vita di questo filosofo porta con sé un alone di fascino che attrae i cultori di questo genere di studi, ma si allarga anche ai lettori curiosi ma non specialisti.

Il che accade, ancor di più, quando a proporci le biografie sono scrittori contemporanei di Spinoza o vissuti in periodi immediatamente successivi. Come nel caso di Johannes Koehler (latinizzato in Colerus), un tedesco che visse in Olanda dal 1679 ai primi del Settecento (Spinoza, come è noto, era morto nel 1677),  il cui lavoro nacque anche dalla frequentazione di persone che avevano avuto a che fare con il filosofo. E come la biografia attribuita ad un discepolo francese di Spinoza, Jean Maximilien Lucas, che pare la redasse tra il 1678 e il 1688, vale a dire poco dopo la scomparsa del maestro. Sono, queste due, le biografie che compongono il volume Le vite di Spinoza, che Quodlibet, dopo una prima edizione del 1994, opportunamente ripubblica ora con un corposo apparato per utili approfondimenti di note e commenti, nonché relativi alla biblioteca di Spinoza.
          Un lavoro meritorio quello dell’editore maceratese, poiché si tratta delle prime traduzioni in italiano di queste due biografie di Spinoza e per la cura nella costruzione dell’insieme del volume, ricco di contributi diversi. Tutti ruotanti, naturalmente, intorno alle due biografie, nelle quali , come ben sintetizza l’editore, insieme «a  un vivace affresco dell’ambiente in cui egli visse, l’Olanda del secolo d’oro, e la cronaca del suo scontro con la comunità ebraica e con le sue tradizioni culminato nella scomunica (herem), il lettore troverà in queste pagine tutta una serie di episodi e aneddoti della vita del filosofo, il cui rilievo emblematico provoca e appassiona da secoli tanto i sostenitori che i detrattori dello “spinozismo”».

L’incipit di Lucas: Non vi è quasi nulla che dia agli spiriti forti un pretesto più plausibile per insultare la religione che il modo in cui si comportano verso di loro i difensori di essa. I quali, da un lato, considerano le loro obiezioni con supremo disprezzo, e dall’altro, si adoperano con il più ardente zelo alla soppressione dei libri che contengono quelle obiezioni, da costoro reputate in sommo grado spregevoli.
Bisogna riconoscere che tale modo di procedere fa torto alla causa che essi difendono. In effetti, se fossero sicuri della sua bontà, potrebbero temerne la sconfitta nel sostenerla solo con buone ragioni? E se possedessero la ferma convinzione che ispira la verità a coloro che credono di combattere al servizio di essa, ricorrerebbero essi a falsi argomenti e a mezzi malvagi per farla trionfare? O, piuttosto, non conterrebbero unicamente sulla sua forza e, certi della vittoria, non si esporrebbero volentieri al combattimento ad armi pari contro l’errore? Temerebbero essi di lasciare a tutti la libertà di soppesare le ragioni di una parte e dell’altra e di giudicare così dov si trovano le migliori? Togliere questa libertà non significa fornire occasione agli increduli d’immaginare che si ha paura dei loro ragionamenti e che di ritiene più facile sopprimerli che mostrarne la falsità?

Ma sebbene sia certo che la pubblicazione di ciò che essi di più forte scrivono contro la verità, lungi dal nuocere ad essa, lungi dal nuocere ad essa, al contrario, non serve che a rendere il suo trionfo più splendido e la loro disfatta più vergognosa, nondimeno si è osato andare contro corrente dando alle stampe La vita e il pensiero del signor Benedetto Spinoza.

L’incipit di Colerus: Il ben noto filosofo Baruch Spinoza (così chiamato dai suoi genitori giudei: nome che poi egli stesso, allorché abbandonò il giudaismo, mutò in quello di Benedictus[1], come risulta dai suoi scritti e dalle sue lettere) nacque ad Amsterdam nel mese di dicembre del 1633[2]: il giorno si può calcolar facilmente mediante la data della morte. Benché generalmente si scriva che era povero e di umili origini, è tuttavia certo che i suoi genitori erano stimati e agiati giudei portoghesi, che abitavano in una bella casa di mercanti sul Burgwal, vicino alla vecchia sinagoga portoghese, Inoltre i suoi costumi, i suoi modi, gli amici, i parenti, nonché l’eredità dei suoi genitori, fornivano sufficiente testimonianza che egli era non di ordinaria ma di poco comune educazione. Aveva due sorelle, Rebecca e Miriam Spinoza; quest’ultima era maritata con un giudice portoghese, Samuel Carceris. Il figlio del quale, Daniel Carceris, si presentò dopo la morte di Spinoza quale suo erede, come risulta da una procura, redatta a tal fine dal notaio Libertus Loef il 30 marzo 1677 a favore del signor Hendrik van der Spyk, padrone di casa del filosofo.
Essendo stato dotato dalla natura di uno spirito acuto e di un agile intelletto ed avendo una grande passione per la lingua latina, Spinoza fu in un primo tempo istruito in essa da uno studente tedesco che ogni giorno gli dava lezione qualche ora. Poi fu affidato agli insegnamenti del famigerato maestro e medico Frans van den Enden….

Gli autori:
Johannes Koehler o nella sua forma latinizzata Colerus (1647-1707), nato a Düsseldorf, fu pastore luterano. Per motivi pastorali si stabilì nel 1769 ad Amsterdam e dal 1693 a L’Aja, dove alloggiò con la sua famiglia nella stessa casa in cui vent’anni prima aveva abitato Spinoza.

Jean-Maximilien Lucas (1647?-1697), nato a Rouen, fu giornalkista e poligrafo. Emigrato nei Paesi Bassi verso il 1677, condusse da qui violente campagne antitiranniche contro Luigi XIV. A quanto pare discepolo di Spinoza, è il probabile autore della sua prima biografia.



[1] Non si tratta di una mutazione, ma di una traduzione: Bento (forma portoghese) corrisponde a Baruch (forma ebraica), ed entrambi equivalgono al latino Benedictus.

[2] La traduzione francese corregge l’errore riportando la data esatta: 24 novembre 1632.

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