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La scuola serve a vivere meglio, non a produrre di più
(Nando Cianci)

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Scuolaslow è una piazza nella quale incontrarsi, discutere, raccontare le riflessioni, le esperienze, le pratiche intrecciate con l'idea di una scuola slow, vale a dire sottratta...

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UN ANNO IN GIALLO

Dodici racconti, di AA.VV., Einaudi, Torino, pp. 360, € 14,50

 

Il libro: Dodici racconti, uno per ogni mese dell’anno, così presentati dall’editore: «Ci sono gialli d'inverno, come la luce dei lampioni in una bufera, ma anche gialli d'estate, come la sabbia nelle scarpe dopo una giornata al mare. Ci sono gialli d'autunno, come le foglie sui viali alla vigilia di Ognissanti, ma anche gialli di primavera, come le primule ai bordi d'un bosco. Perché ogni delitto ha la sua stagione, e ogni stagione ha il suo delitto: omicidi da camino acceso o rapimenti in giardino, furti su una spiaggia affollata o aggressioni a mano armata d'ombrello. Non c'è occasione, non c'è momento in cui un criminale rinunci ad agire».
Il volume prende le mosse da Le mani del signor Ottermole, il racconto di Thomas Burke che
Ellery Queen e John Dickson Carr giudicarono il miglior racconto giallo mai scritto. Segue lo stesso Ellery Queen con L’avventura del mezzo decadente del presidente, di cui pubblichiamo qui sotto l’incipit. Non potevano mancare in questa rassegna, naturalmente, scrittori del calibro e della notorietà di Agatha Christie, Arthur Conan Doyle, Edgar Allan Poe e Maurice Leblanc, con i loro Poirot (Come va il vostro giardinoí), Sherlock Holmes (L’avventura del costruttore di Norwood), Auguste Dupin (Il mistero di Marie Rogêt) e Arsène Lupin (Il segno dell’ombra). Alla ricchezza e alla varietà del libro danno il loro contributo numerosi altri autori. Troviamo, così, Earl Derr Biggers, il creatore del personaggio di Charlie Chan, con il suo Il bastone d’ebano. Daphne Du Matrier è presente con Gli uccelli, che ispirò il celeberrimo omonimo film di Alfred Hitchcock. Di Jacques Futrelle abbiamo Il caso dell’omicidio scientifico, acutamente affrontato dal suo personaggio noto come “La macchina pensante”, al secolo Augustus S.F.X. Van Dusen. Edgar Jepson e Robert  Eustace con La foglia di tè fanno scuola per la tecnica usata per uccidere e far sparire l’arma, che conoscerà molte varianti in molti scrittori successivi. Completano il quadro Patricia Highsmith con Il farfallino di Woofìdrom Wilson, e Gustave La Rouge con Il giardino dei lamenti.

Un mosaico di racconti destinato agli appassionati del genere, ma non solo, e che rappresenta «un almanacco d'inquietudini appassionanti, un prezioso lunario del delitto da portarsi dietro in ogni stagione»

L’incipit*: I pochi spiriti curiosi che hanno scelto di voltare le spalle alle banali superstrade per ritrovare il gusto delle vecchie strade secondarie si aspettano… anzi, ne sono praticamente sicuri… di fare molti strani incontri, e solo i più sprovveduti non riescono a imbattersi almeno in un ippogrifo. Ma l’incontro più strabiliante di tutti lo fece Ellery Queen, che in uno dei suoi vagabondaggi si imbatté nientemeno che in un presidente degli Stati Uniti. La cosa sarebbe stata già straordinaria se fosse avvenuta come si potrebbe normalmente immaginare: per caso, in una notte buia, in qualche vecchio vicolo di Washington, con degli agenti del Servizio Segreto che si affollano attorno all’eccitatissimo signor Queen per appurare, tramite un’attenta perquisizione delle sue tasche, le sue intenzioni, mentre una grande limousine nera a prova di proiettile si affretta a togliere dai pericoli l’inerme presidente… Ma questa volta l’immaginazione non basta. Quel che ci vuole è la forza della fantasia, perché la verità è assolutamente fantastica: l’incontro col presidente degli Stati Uniti si svolse non in una notte buia ma nella piena e poco romantica luce di varie giornate successive (per quanto anche la notte abbia avuto un suo ruolo nella vicenda). E non avvenne nemmeno per caso: l’incontro fu combinato dalla figlia di un agricoltore. E la scena della vicenda non fu Washington, perché quel presidente presiedeva agli affari della nazione da una città completamente diversa. Non che l’incontro si sia svolto in quella seconda città, comunque. Anzi, non si svolse nemmeno in una città, ma in una fattoria alcune miglia a sud di Filadelfia. E la cosa più strana di tutte è che non ci fu nessuna limousine a portar via il capo dello Stato, perché il presidente, pur essendo un uomo molto ricco, era ugualmente troppo povero per possedere un’automobile… a parte il fatto che anche con tutte le ricchezze del governo, anzi, del mondo, sarebbe stato impossibile procurargliene una. E ci sono sfaccettature ancora più curiose in quel gioiello di paradosso: il fatto, per esempio, che fosse un incontro nel vero senso della parola, e che tuttavia, fisicamente, non si fosse svolto affatto. Il presidente in causa era morto. E benché ci siano delle persone che non batterebbero ciglio anche se si sentissero toccare la spalla o stringere la mano da qualcuno che è già nella tomba… e a persone di questo tipo potrebbe anche venire in mente che l’incontro si sia svolto su un piano fisico… Ellery Queen, ahimè, non rientra in quella categoria. Lui non crede ai fantasmi, e quindi, naturalmente, non ne incontra mai. Nemmeno il presidente, infatti, era un fantasma. Eppure il loro incontro fu altrettanto palpabile, diciamo, dell’incontro tra due campioni di scacchi, che si trovano uno a New York e l’altro a Londra, non si muovono mai dalle rispettive poltrone, eppure giocano fino in fondo la loro partita. Il che nel nostro caso è ancora più fantastico perché mentre i giocatori di scacchi si limitano ad annullare lo spazio, Ellery e il padre del suo paese annullarono addirittura il tempo… un secolo e mezzo, per la precisione. E per concludere… ecco la storia di come Ellery Queen riuscì a mettersi in sintonia con la mente del grande George Washington.
*Si trata dell’incipit del secondo racconto presente nel libro: L’avventura del mezzo decacent del presidente, di Ellery Queen

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