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L’evoluzione secondo gli abitanti della savana, di Lèo Grasset, Dedalo, pp. 152, € 16,00
Il libro: Un modo singolare e divertente di guardare all’evoluzione ci viene proposto da un eclettico intellettuale francese, che ha osservato a lungo i comportamenti di molti animali in un parco nazionale dello Zimbabwe. Lo propone sul suo canale YouTube e, ora, anche in un gustoso volume edito da Dedalo, una casa editrice che da tempo propone testi che trattano di scienza con linguaggio ed argomentazioni comprensibili anche al lettore comune.
Un libro che parla di molti animali, compreso l’uomo, che può stare in relazione con il pianeta e i suoi abitanti «come un diabolico agente di distruzione, ma anche come un’eccezione prometeica». L’indagine di Grasset sembra qui ricollegarsi a motivi ricorrenti nella riflessione filosofica occidentale. Ma l’approccio disincantato dell’autore riporta subito la questione sul crinale dell’ironia: occupandoci «della relazione tra questo bipede imberbe e le altre specie della savana, (…) scopriremo insieme che il presunto dualismo … è sostanzialmente un’illusione».
Perché le giraffe hanno un collo così lungo e le zebre hanno le strisce? Che nesso c’è tra una folla di tifosi e un branco di gazzelle? Avete già provato un brivido di terrore sentendo nominare il tasso del miele?
«Nulla in biologia ha senso se non alla luce dell’evoluzione», ha affermato un celebre genetista. Ma è una luce che proietta ombre strane, difficili da decifrare, e gli animali della savana hanno ancora molto da insegnarci. Il torcicollo della giraffa vi mostrerà il talento architettonico delle termiti, il ruolo del caso nella fuga delle gazzelle, la dittatura quotidiana cui sono soggetti gli elefanti e la democrazia che regna tra i bufali; vi parlerà dell’importanza della Via Lattea per gli scarabei stercorari e si avventurerà attraverso tante altri aspetti della vita animale presentati in maniera curiosa, né banale né accademica.
Senza mai dimenticare l’uomo, il quale «
Il giovane biologo Léo Grasset prende spunto da un soggiorno di sei mesi nello Zimbabwe per descrivere con stile brillante e ironico gli animali che popolano la savana, mettendone in luce le caratteristiche evolutive, talvolta ancora misteriose, e i comportamenti più curiosi. Il libro è anche impreziosito da bellissime fotografie scattate dall’autore stesso durante il suo soggiorno.
L’incipit: Nell’autunno del 2012 scoprii i siti web dedicati al crowdfunding, dove è possibile proporre un progetto per farselo finanziare da internauti anonimi. «Fantastico!», pensai: sapevo che nell’aprile dell’anno seguente sarei andato nello Zimbabwe per trascorrervi sei mesi a studiare una popolazione di zebre nel parco nazionale Hwange, e forse il crowdfunding mi avrebbe permesso di racimolare un po’ di soldi per l’acquisto di materiale abbastanza buono da consentirmi di realizzare una sorta di «fotoreportage scientifico» sulla savana. Così lanciai la mia campagna di finanziamento … che fallì, e anche miseramente: gli unici internauti anonimi che contribuirono al progetto furono i membri della mia famiglia e alcuni amici. Uno smacco totale.
Comunque, la consapevolezza di avere un pubblico (pur ridotto) che si aspettava da me un prodotto finito (per quanto amatoriale) mi diede una buona ragione per alternare le giornate passate all’aria aperta a misurare le strisce delle zebre (sì, avete capito bene) con la scrittura di quindici articolo per il mio blog, illustrati con fotografie scattate dal sottoscritto. Queste pagine, dunque, non erano state concepite come un libro vero e proprio, ma come una serie di articoli destinati a un pubblico ristretto.
Nel parco nazionale Hwange, il susseguirsi delle esperienze fece prendere al testo un taglio ancor più personale. Il capitolo sulle onde sismiche degli elefanti è stato ispirato dagli incontri con i pachidermi, e da uno di questi in modo particolare: la batteria di uno di quei maledetti fuoristrada divorati dalla ruggine era morta, e un elefante si avvicinò, fissando a lungo me e l’automobile. Rimase lì forse mezz’ora. Era uno dei maschi più grossi che avessi mai visto, e quell’incontro ravvicinato mi toccò profondamente.
L’autore: Dopo un master in biologia evolutiva e una breve esperienza come insegnante, Léo Grasset ha deciso di dedicarsi a tempo pieno alla produzione di video di divulgazione. Il suo sito e il canale YouTubeDirtyBiologycontano quasi 400.000 iscritti e più di 15 milioni di visualizzazioni.