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La scuola serve a vivere meglio, non a produrre di più
(Nando Cianci)

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Scuolaslow è una piazza nella quale incontrarsi, discutere, raccontare le riflessioni, le esperienze, le pratiche intrecciate con l'idea di una scuola slow, vale a dire sottratta...

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ALICE PROJECTA scuola di felicità e di decrescita di Gloria Germani, Terra Nuova, Firenze, pp. 176, € 13,00.

Il libro: Alice Project è una scuola interculturale e interreligiosa che pone al centro del proprio programma la conoscenza di se stessi e l’amore nei confronti del mondo e di ogni creatura vivente. È stata fondata nel 1994 a Samath, in India, da Valentino Giacomin che, dopo aver lavorato come maestro in Italia ha deciso, insieme con Luigina De Biasi, di continuare la propria ricerca educativa e spirituale nel subcontinente indiano. 

Da allora, molte scuole sono nate dalle iniziative di studenti e “seguaci”, in Italia, Germania, Francia e Taiwan, e il progetto ha ricevuto in più occasioni l’apprezzamento del dalai Lama, che gli ha conferito il suo patrocinio dal 2006.
Il libro è il risultato di numerose visite che l’autrice ha compiuto a Sarnath nel corso degli anni, colpita dalla serenità degli studenti e dall’educazione alla sostenibilità e alla pace. Nel libro le parole e l’esempio di Giacomin si intrecciano con le voci dei molti pensatori (Terzani, Illich, Latouche) che in questi anni vanno mettendo a nudo i limiti e le contraddizioni dei modelli di conoscenza e di sviluppo dell’Occidente industrializzato.
Nel volume, capitolo dopo capitolo, si delinea la forza di un progetto che pone l’educazione alla consapevolezza, la non violenza, la ricerca di una felicità slegata dai beni materiali e dal consumo, al centro, per cercare di costruire tutti insieme un mondo migliore.

L’incipit:   Solo fino a qualche anno fa, il nostro sembrava il Migliore dei Mondi Possibili. La Civiltà più Evoluta nella Storia dell’Uomo. Era la Civiltà della Scienza, la Civiltà delle verità scientifiche dimostrate. Era il TINA: There Is No Alternative.
   Eppure, almeno dal 2007, due cataclismi si sono scaraventai su di noi: una gravissima crisi ambientale e una crisi economico-finanziaria di proporzioni gigantesche che mina le basi stesse del nostro sistema di vita. Le due cose sono strettamente correlate. Infatti era facile intuirlo, le cause del surriscaldamento globale r della crisi climatica sono riconducibili al 95% all’impatto del sistema industriale sull’ecosfera; dunque sono imputabili alla vorticosa azione che l’uomo ha intrapreso soprattutto negli ultimi 50 anni. Lo hanno dimostrato indiscutibilmente i vari rapporti dei 2500 scienziati dell’
International Pannel for Climate Change – premiati con il premio Nobel del 2007 –  e moltissime altre indagini a partire da quelle degli anni ’70 del Club di Roma. Lo dimostrano malgrado il fatto che tutti i massmedia – figli della produttività tecnologica e legati al marketing della modernità – tendono ad occultare in ogni maniera questo legame strettissimo e a distrarci e a confonderci con ogni genere di informazione e di spettacolo. In fondo la crisi ambientale non è immediatamente visibile. Una pioggia in più o un’estate particolarmente torrida si possono diluire nell’attenzione con il passare dei giorni e delle tante stagioni della vita.
   Molto più pregnante ed incisiva è la crisi economica. Ascoltare i notiziari ossessionati dallo spread e dall’andamento delle borse, venire a sapere di persone che perdono il lavoro, o che non arrivano alla fine del mese, o che giungono a gesta di suicidio, nonostante il divieto del governo di pubblicare notizie del genere, impressiona e sciocca. L’economia era diventata negli ultimi decenni il centro propulsore di tutte le nostre politiche, l’obiettivo unico di tutti i nostri governi – sia di destra che di sinistra. L’unico valore riconosciuto ovunque nel mondo.
Ma l’Impero dell’Economia si è bloccato. Ormai, nel 2013, sono molte le voci e le correnti della società civile che cominciano a capire che non è l’economia a dover essere indirizzata meglio, e neppure che ci dobbiamo inventare un’economia sostenibile o una economia verde- La crisi è talmente grave e onnicomprensiva che occorre ripensare, da capo, l’economia e i suoi presupposti di base: il concetto di Crescita e quello del PIL.

L’autrice: Gloria Germani, filosofa e scrittrice, si dedica soprattutto al dialogo tra Oriente e Occidente per costruire una rivoluzione culturale che permetta di fronteggiare le tante crisi che stiamo vivendo. Il suo libroTeresa di Calcutta: una mistica tra Oriente e Occidente è stato tradotto in varie lingue e ha ricevuto numerosi riconoscimenti, così come il volumeTiziano Terzani, la rivoluzione dentro di noi. Decrescita, digiuno nonviolenza. Nel 2014 ha pubblicato, nella collana “I precursori della Decrescita” diretta da Serge Latouche, il libroTerzani. Verso la rivoluzione della coscienza.
È attiva nella Rete Italiana per l'Ecologia Profonda e nell'ambito della Decrescita Felice. Lavora come operatrice culturale ed è editrice della collana di film-documentari Satya.doc.

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A passo d'uomo

Parole al vento

VECCHIAIA

di NANDO CIANCI

La parabola della parola "vecchiaia": da evocatrice di saggezza e rispetto a termine da nascondere e negare- La vuota retorica "del nuovo"

Grande studio (ambizione) degli uomini mentre sono immaturi, è di  parere uomini fatti, e quando sono uomini fatti, di parere immaturi.   
 
(G. Leopardi, Zibaldone, 16. Settem. 1832).

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PUNTATE PRECEDENTI

Magnanimità
Gradimento 
Flauto 
Curiosità 
Tablet ai lattanti 
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E allora? 
Penelope e 'a carogna 
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Truccati per la competizione  
La rivincita del somaro 
Psicofarmaci ai bambini 
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Libri lenti

VIANDANTI E NAVIGANTI. EDUCARE ALLA LENTEZZA AL TEMPO DI INTERNET

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Youcanprint, Tricase pp. 120, € 10,00

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