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La scuola serve a vivere meglio, non a produrre di più
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Scuolaslow è una piazza nella quale incontrarsi, discutere, raccontare le riflessioni, le esperienze, le pratiche intrecciate con l'idea di una scuola slow, vale a dire sottratta...

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GIAN BURRASCAdi Luca Poma, Terra Nuova, Firenze, pp. 288, € 13,80

Il libro: È un libro denuncia che racconta la storia di una sfida lanciata da un gruppo di genitori, medici, psicologici, educatori e giornalisti contro il marketing aggressivo delle multinazionali farmaceutiche, ritenute responsabili della crescente medicalizzazione dell'infanzia e della somministrazione indiscriminata di psicofarmaci a bambini e adolescenti.
Tramite documenti e testimonianze dirette, il libro svela i meccanismi di un mercato miliardario che ha tutti gli interessi ad amplificare i problemi psicologici, comportamentali e di apprendimento dei minori. Il libro è anche la storia di uomini e di donne che hanno deciso di rompere il velo di omertà su questa pericolosa tendenza.
Un invito raccolto da oltre duecento realtà associative in tutto il paese, centinaia di migliaia di medici, psicologi, pedagogisti e altri addetti ai lavori del mondo della salute, nonché da alcuni protagonisti nel mondo dello spettacolo che partecipano alla campagna Giù le mani dai bambini, nata per evitare che i nostri ragazzi vengano etichettati sin dai primi anni di vita per ipotetici disturbi che nella maggior parte dei casi nascondono problemi di carattere medico di tutt'altro tipo o - sovente - una forte e non trascurabile richiesta di ascolto.
Il libro si avvale anche della prefazione del candidato al Premio Nobel Ervin Laszlo.

 L’incipit: Gian Burrasca discolo: faceva esplodere camini nei salotti borghesi, nascondeva anguille nei pianoforti, distruggeva a martellate orologi d’oro per tentare arditi giochi di prestigio. In ogni caso, non riusciva a stare fermo, figuriamoci seduto, per cinque minuti filati. Gian Burrasca che combatteva la noia di una casa popolata solo da adulti, che violava regole rigide sul “fare” e “non fare”, semplicemente perché per lui quei confini risultavano impalpabili, inesistenti, perlomeno nel modo nel quale li intendevano  “i grandi”. Gian Burrasca che scappava dalla finestra della camera dove veniva rinchiuso … e cosa importava se gli facevano saltare la cena, tanto si mangiava i dolci che aveva precedentemente rubato e nascosto! Giannino Stoppani, il Gian Burrasca dei fumetti de I giornalino della domenica, di inizio Novecento, era ed è rimasto in Italia il simbolo del monello irriducibile, incompreso, a volte punito, ma che attingeva al suo ricco e inesauribile mondo fantastico interiore per compensare alla mancanza di stimoli, di sfide, di prove, e per “rompere” schemi e ritmi che erano propri degli adulti, non suoi di bambino. E quei due mondi non si incontravano né si comprendevano mai, erano diverse le lenti, le prospettive, le aspettative. Era alquanto scomodo che Giannino fosse se stesso: diretto, sincero, persino “urticante”, quando rendeva manifeste certe crepe e contraddizioni di un mondo sociale che gli stava per davvero stretto.

Ebbene, oggi un simile Gian Burrasca avrebbe certamente la sua diagnosi: Adhd, ovvero sindrome di iperattività e deficit di attenzione, e la sua dose quotidiana di psicofarmaci. Poi,alla scomparsa dei sintomi, a bambino fermo e seduto, concentrato sui compiti, e a silenzio ottenuto, verrebbe decretata la “guarigione”.
Da cosa vogliamo farli ”guarire” questi bambini? Esiste questa “malattia”? Chi e perché ha deciso che quel preciso modo di rapportarsi con l’ambiente che li circonda è da considerarsi patologico? Come dovrebbe gestire il problema chi ce l’ha in concreto in casa? Quando il bambino o l’adolescente non è solo “vivace”, ma, ad esempio nei casi più estremi, adotta comportamenti autolesionistici o pericolosi, com’è possibile evitargli di danneggiare se stesso e gli altri? Sono molte le domande provocate da questo scenario; proseguendo nella lettura troverete, se non tutte, molte risposte. Partiamo innanzitutto da cosa dicono gli esperti, chi tutti i giorni si confronta con questi problemi, o dal lato della ricerca o dal lato della clinica.

L’autore: Luca Poma è giornalista, scrittore e consulente nel settore della omunicazione  digitale e della sostenibilità ambientale. È professore a contratto in Relazioni Pubbliche all’Università LUMSA di Roma, e docente al Master di 1° livello in Sistemi sanitari e medicine tradizionali dell’Università di Milano Bicocca. 
Ha collaborato attivamente alla definizione delle strategie di comunicazione della Marcia mondiale per la pace, svoltasi in 98 paesi diversi e ha ideato e ne è tuttora portavoce per l'Italia di Giù le Mani dai Bambini®, la più visibile campagna di farmacovigilanza per l’età pediatrica in Europa. 
Il suo impegno al servizio  dell’infanzia gli è valso la Targa d’Argento, consegnata dal Presidente della Repubblica Italiana, conferita in occasione della Giornata mondiale dell’infanzia delle Nazioni Unite, e il Public Affairs Award per “l’eccellenza nella comunicazione”. 
"Salviamo Gian Burrasca" è il suo undicesimo libro e il suo blog si può leggere all'indirizzo 
www.creatoridifuturo.it

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(G. Leopardi, Zibaldone, 16. Settem. 1832).

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