Novità
Scuola Slow è anche su Twitter (https://twitter.com/Scuolaslow) e su Facebook (https://www.facebook.com/scuola.slow)
La scuola serve a vivere meglio, non a produrre di più
(Nando Cianci)
Cos'è Scuolaslow
Scuolaslow è una piazza nella quale incontrarsi, discutere, raccontare le riflessioni, le esperienze, le pratiche intrecciate con l'idea di una scuola slow, vale a dire sottratta...
Vittorio Lingiardi, Mindscapes, Raffaello Cortina Editore, Milano, pp. 264, € 16,00
Il libro: “Mindscapes” è un neologismo per evocare il rapporto tra psiche e paesaggio e collocarci a metà strada, là dove dobbiamo stare: con la psiche nel paesaggio e il paesaggio nella psiche. Guidato da bussole psicoanalitiche, letterarie e neuroestetiche (da Searles a Winnicott, da Schnitzler alla Dickinson, da Zeki a Gallese), Vittorio Lingiardi ci invita a ripensare l’idea di ambiente e, in particolare, di paesaggio elettivo. Un luogo che cerchiamo nel mondo per dare forma e immagine a qualcosa che è già in noi. Al tempo stesso una scoperta, un’invenzione e un ritrovamento. Fiumi, montagne, ruderi e spiagge abitano la nostra mente, i nostri viaggi e i nostri sogni. Come oggetti psichici sono immersi nella nostra memoria, e forse risalgono al primo incontro con il volto di chi ci ha guardato. O ha distolto lo sguardo.
Per stare al mondo dobbiamo conoscere il paesaggio. Soprattutto, dobbiamo avere molti luoghi dentro di noi per avere qualche speranza di essere noi stessi.
In Mindscapes, il suo ultimo saggio, Vittorio Lingiardi indaga sulla relazione profonda tra percorsi mentali e itinerari geografici.
Il modo migliore per cogliere il paesaggio è sedervisi dinanzi facendo altro: leggere, immergersi nei pensieri, fantasticare. Insomma distrarsi. Poi alzare gli occhi e guardarlo all'improvviso, così da cogliere la natura alla sprovvista, «vederla prima che abbia modo di cambiare aspetto». Solo così si riesce a comprendere quello che gli alberi bisbigliano tra loro e a intravedere senza veli il paesaggio stesso: il suo mistero che appare e subito scompare. […] Lo psichiatra e psicoanalista ha pubblicato un libro inusuale, dove la sua pratica analitica si mescola ai libri letti e alle immagini raccolte nel corso del tempo in un succedersi di osservazioni, commenti, citazioni. Un volume che è insieme narrazione ed esplorazione, racconto e autobiografia per interposta persona. Libro personale, intimo, ma anche rivolto verso il fuori. (La Repubblica, 10/1072017)
Lingiardi parla a viaggiatori, psicoterapeuti, poeti e giardinieri. Tutti uniti in un cammino che ha tre tappe: avvolgersi nell'ambiente, condividerlo con chi ci è vicino, cambiare. (Corriere della Sera, 9/10(2017)
Vittorio Lingiardi è fra i maggiori seguaci di Jung in Italia, e il suo Mindscapes (Raffaello Cortina) identifica nel paesaggio un fondamentale punto d’arrivo della psicoanalisi. […] Malgrado nella immaginazione popolare la psicanalisi sia rinchiusa nella intimità dei colloqui terapeuta-paziente, fra mura e tendaggi che attutiscono le visioni e i rumori esterni, il paesaggio ne è parte costitutiva. Esso è infatti essenziale ai processi di immaginazione: indipendentemente dal fatto che il soggetto viaggi o sia un sedentario. Questo terreno comune tra ambiente e psiche è ben sintetizzato nel neologismo Mindscapes: ciò che si sposta non sono necessariamente i nostri piedi, ma l’orientamento di una percezione, interna ed esterna. (il Fatto Quotidiano, 30/10/2017)
L’incipit: Per avere qualche speranza di essere noi stessi, dobbiamo avere molti luoghi dentro di noi. Questo pensiero di Jean Bertrand Pontalis ci insegna due cose: una è che è la nostra storia e la nostra psiche sono anche una geografia; siamo inseparabili dai nostri luoghi, per amore o per rancore. L’altra è che il nostro luogo non è mai uno solo. Ci cogliono, appunto, molti luoghi.
Non riesco a uscire da un museo o da una mostra senza comprare qualche cartolina. Ne ho centinaia. Finiscono in un cassetto, dentro un’agenda, sulle mensole della libreria, nell’interstizio di una cornice, piccoli quadri nel quadro (..). L’idea di scrivere questo libro mi è venuta quando mi sono accorto che moltissime delle mie cartoline raffiguravano paesaggi. Città lontane di Cima da Conegliano, lagune di Guardi, bufere di Turner, acquerelli di Roberts, nebbie di Friedrich, scogliere di Monet, acquetinte dei Daniell, sterpaglie di Kiefer o cretti di Burri. Ho bisogno di loro. Sono immagini silenti, magari imprigionate tra le pagine di un libro o dentro una scatola. Ma io mi muovo, viaggio con loro dentro di me. Rinovando ogni volta il legame che unisce, talora fino a confonderli, paesaggio e pittura del paesaggio.
Come è possibile che ciò che i pittori, soprattutto i pittori rinascimentali, hanno costruito con così pochi mezzi -una tela, un legno, un muro, dei colori – sia diventato la scrittura stessa della nostra percezione visiva? Sono mindscapes: paesaggi raccolti nella psiche e psiche immersa nei paesaggi. Percezioni visive che diventano visioni mentali.
L’autore: Vittorio Lingiardi, psichiatra e psicoanalista, è professore ordinario di Psicologia dinamica alla Sapienza Università di Roma, dove dal 2006 al 2013 ha diretto la Scuola di specializzazione in Psicologia clinica. Con Nancy McWilliams è coordinatore scientifico e curatore del Psychodynamic Diagnostic Manual (PDM-2), già uscito negli Stati Uniti e in corso di pubblicazione presso Raffaello Cortina. Collabora con l’inserto culturale Domenica del Sole 24 ore e con il Venerdì di Repubblica.