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LANELLO DELLA REPUBLICAdi Stefania Limiti, Chiarelettere, Milano, pp. 338, € 14,00.

 

Il libro: La storia della nostra repubblica non sembra avara di depistaggi, servizi deviati, presenze inquietanti dietro le quinte della vita politica.  Una di queste presenze viene ricostruita dalla giornalista Stefania Limiti in un libro inchiesta (apparsa da poco in edizione tascabile per Chiarelettere) su un servizio segreto parallelo, denominato “Anello”, che nasce alla fine della seconda guerra mondiale e che avrebbe svolto la sua azione anche durante i rapimenti di Moro, Cirillo e del generale americano Dozier. E che non se ne sarebbe stato con le mani in mano neanche in occasione della fuga di Kapller dal Celio. Non disdegnando, nel corso della sua esistenza, intrecci con la malavita e le mafie. Con il compito fondamentale di ostacolare l’ascesa delle sinistre e condizionare la vita del sistema politico.

Una storia segreta sulla quale questo libro inchiesta ha aperto una breccia, ma che manca ancora di importanti tasselli, come scrive l’autrice, anche perché l’inchiesta «non ha potuto contar su nessuna “gola profonda” all’interno delle istituzioni. Tanti ammiccamenti incoraggianti, alcuni avvertimenti a lasciar fare per vivere meglio, ma nessuna volontà di aprire vecchi armadi, tanto meno di assumersi responsabilità, neanche dopo tanti anni». Quel che sappiamo è però sufficiente a far intendere che quella di “Anello” «è una storia incredibile, totalmente sconosciuta per anni a magistrati e storici, sottratta all’opinione pubblica e sotterrata in una specie di discarica dei segreti della repubblica, dentro la quale fatti e protagonisti sono stati triturati e abbandonati al degrado e all’oblio».

Il risvolto: «Una struttura occulta che, con gli anni e nuovi elementi, potrebbe avere effetti chiarificatori e dirompenti» (Carlo Mastelloni, procuratore della Repubblica a Trieste).

«Il rapimento Moro, la morte di calvi, la fuga di Kappler, la strage di Ustica… Gli uomini dell’Anello entrano ed escono dai misteri d’Italia, sanno manovrare, deviare e ripulire la scena di ogni crimine» (Andrea Purgatori, Vanity Fair).

Una delle pagine più buie della Repubblica, 265 fascicoli riservati del Viminale che svelano l’esistenza di un servizio segreto occulto -il “noto servizio”, anche detto l’”anello”- agli ordini di ambienti istituzionali che lo usano per le operazioni sporche. Affidato a personaggi senza scrupoli, imprenditori, faccendieri, giornalisti.

 

L’incipit: Entrare nelle vicende del servizio segreto clandestino chiamato «Anello» è un po’ come spingersi in una delle tante stanze di uno «Stato parallelo». Come vedrà il lettore paziente, la fatica va fatta non solo perché permette di attraversare una buona parte della storia d’Italia, ma anche perché è il racconto sul livello occulto del potere che, ancorché sconosciuto per definizione, non è affatto qualcosa di indefinibile e impenetrabile.
Lo storico Angelo Ventura, come ricordo in
Doppio livello, propone di individuare i requisiti essenziali del concetto di poteri occulti per non «cadere nel paradosso e dilatar[n]e il concetto sino a privarlo di significato reale e quindi di efficacia» e individua i seguenti caratteri costituenti: «Il segreto, che copre in tutto o in parte i membri, le azioni e talvolta gli stessi fini e addirittura l’esistenza dell’organizzazione; la funzione di contropotere, in quanto perseguono autonomamente fini propri di potere, diversi o contrari rispetto al potere legittimo; il carattere illegale delle attività e, per lo più, della stessa esistenza dell’organizzazione occulta». Dopo la definizione, Ventura individua i principali poteri occulti operanti nel nostro paese almeno nell’ultimo ventennio, attivi in una direzione internazionale e caratterizzati da un complesso intreccio di rapporti, pur conservando la loro autonomia: i servizi segreti nazionali, o settori di essi, quando assumono il carattere di corpi separati sottratti al controllo del governo politico, e quelli stranieri, che operano nel nostro territorio con metodi illegali e senza l’autorizzazione del governo italiano; le organizzazioni eversive clandestine, rosse e nere; la loggia massonica P2 e le altre logge segrete; la grande criminalità organizzata, definita anche «strutturata».

Questi sono i soggetti che incontriamo nel racconto dell’Anello e in quello di tutti gli altri organismi e personaggi della guerra sotterranea che ha trovato il suo luogo più naturale nel paese chiave del Mediterraneo, «ventre molle» dell’Alleanza atlantica.

I misfatti dell’Anello rientrano a pieno titolo nella storia non ufficiale del nostro paese.

 

L’autrice: Stefania Limiti, giornalista da anni impegnata a raccontare gli aspetti più oscuri della storia italiana contemporanea, ha scritto per Chiarelettere diversi libri: doppio livello (2013), Complici (con Sandro Provvisionato, 2015); La strategia dell’inganno (2017).

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