Novità
Scuola Slow è anche su Twitter (https://twitter.com/Scuolaslow) e su Facebook (https://www.facebook.com/scuola.slow)
La scuola serve a vivere meglio, non a produrre di più
(Nando Cianci)
Cos'è Scuolaslow
Scuolaslow è una piazza nella quale incontrarsi, discutere, raccontare le riflessioni, le esperienze, le pratiche intrecciate con l'idea di una scuola slow, vale a dire sottratta...
di Nicola Zippel, Carocci, Roma, pp. 120, € 12,00.
Che cosa impara un bambino di otto o nove anni dall’incontro con Socrate o Confucio? E che cosa impara la filosofia?
L’intento di questo libro è scalfire l’idea che la filosofia sia una materia da adulti o quasi adulti, svelando le immense potenzialità che le possono derivare dall’incontro col dialogo spassionato, col ragionamento elementare, con le domande spregiudicate dei bambini.
I dialoghi in cui si struttura la maggior parte delle pagine – e che sono la riproduzione mimetica di quanto il filosofo fa nei suoi laboratori con alcune scuole elementari romane – danno vita a una riflessione culturale a tutto campo, in cui gli strumenti del ragionamento filosofico, lontani da apparati accademici e specialistici, prendono forma in maniera fluttuante e stimolante per reimmergersi nell’atmosfera spirituale degli albori e per incarnarsi nella storia dei primi filosofi e delle loro idee.
Come aveva fatto già nel suo primo libro (I bambini e la filosofia, Carocci 2017), anche qui l’autore ribadisce la convinzione che aiutare i ragazzi a sviluppare un pensiero critico significhi farli sentire parte di “un’impresa umana storicamente e geograficamente determinata”, così da diventare loro stessi “parte di un percorso millenario, multiforme, che ha conosciuto vertici irripetibili, degni ancora di essere trasmessi e messi in discussione”.
C’era una volta la filosofia è, dunque, un’altra convinta risposta a chi, per esempio nel solco della Philosophy for Children di Matthew Lipman, vede nella filosofia coi bambini uno strumento per rafforzare le loro abilità logico-argomentative prescindendo dalla contestualizzazione storica delle idee; uno strumento di resistenza intellettuale che milita nella direzione di chi non accetta di negoziare l’intelaiatura storica delle discipline per la loro permanenza nei curricoli scolastici, riconfermando alla scuola il compito di “trasmettere i più alti pensieri che l’umanità abbia mai pensato”.
(da https://www.orizzontescuola.it/cera-una-volta-la-filosofia/)
Il risvolto: Negli ultimi anni si è affermata l’idea che per i bambini sia importante confrontarsi con il ragionamento filosofico e il pensiero critico. Meno frequente, invece, è la considerazione se e in quale misura questo incontro sia rilevante per la stessa filosofia. Il libro è una riflessione che mostra quanto sia prezioso, per la filosofia, parlare con i bambini. Quando fa il suo ingresso in una classe di scuola elementare, la filosofia si rimette in gioco, spogliandosi dell’apparato terminologico, specialistico e autoreferenziale che spesso la caratterizza tanto nei dibattiti accademici quanto nei manuali scolastici. Raccontandosi ai bambini e ascoltando le loro domande acute e spregiudicate, la filosofia torna a parlare il linguaggio delle idee da cui è nata e a contemplare la realtà con quello sguardo meravigliato che condivide con il mondo dell’infanzia.
L’incipit: Quant’è importante per la filosofia confrontarsi con studenti di età giovanissima, iniziando già con i bambini e le bambine della scuola elementare? Molto, se non persino necessario. In tal senso, si parla di una filosofia che “torna a scuola”, perché entrare in una classe elementare, per un filosofo, significa riscoprire un ambiente dove si sono mossi i primi passi educativi e in cui si ritorna dopo diversi anni dalla fine del proprio percorso scolastico e nel pieno della propria vita professionale. La filosofia accompagna il filosofo/insegnante in questo ritorno e, come in una sorta di reminiscenza platonica trasfigurata, si ritrova a parlare di sé davanti a un pubblico di studenti che non ha mai incontrato prima, ma con cui condivide la tradizione storica e la struttura mentale. E sì: perché i bambini sono già parte, pur senza averne consapevolezza, della lunga storia della filosofia, e già ragionano, riflettono, discutono come se fossero filosofi. L’incontro tra la filosofia e i bambini, in realtà, un ritrovarsi. E questo incontro-ritrovamento è importante tanto per i bambini quanto per la filosofia, perché mentre i primi hanno la possibilità di imparare a organizzare la loro logica spontanea in una cornice teorica più definita, la seconda ha l’opportunità di presentarsi a delle menti veramente giovani, libere e spregiudicate.
L’indice
Premessa. La filosofia torna a scuola
1. Dentro la classe: l’eccezione nella regola
2. Le idee senza le dottrine
3. Dalla storia alle storie della filosofia
4. Il pensiero elementare non è semplice
5. La filosofia è una cosa divertente
6. Insegnare è imparare
7. Le domande dei bambini
8. “Ma tu sei un filosofo?”
9. Disegnare i pensieri
10. Va in scena la filosofia
11. Giocare con l’I-Ching
12. Dove vanno a finire le ore passate?
13. Giovanni discute con Zhuangzi
14. Michele se la prende con i filosofi
15. Andrea fa i conti con Pitagora
16. Una bambina si ricorda della caverna
17. Quale sedia?
18. “Caro Socrate...”. Lettere al filosofo in carcere
Epilogo. Paidòs ? basil?i?
L’autore: Nicola Zippel è professore di Filosofia e Storia nei licei. Ha insegnato alla Cologne-Leuven Summer School in Phenomenology, alla Sapienza Università di Roma e all’Orientale di Napoli. Autore di diversi articoli usciti su riviste nazionali e internazionali, per Carocci editore ha curato la traduzione di H. Arendt e G. Anders, Scrivimi qualcosa di te. Lettere e documenti (2017). Da molti anni svolge un laboratorio di filosofia con i bambini delle scuole elementari.