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La scuola serve a vivere meglio, non a produrre di più
(Nando Cianci)
Cos'è Scuolaslow
Scuolaslow è una piazza nella quale incontrarsi, discutere, raccontare le riflessioni, le esperienze, le pratiche intrecciate con l'idea di una scuola slow, vale a dire sottratta...
Andare in libreria, leggere un risvolto di copertina, acquistare il libro, rigirarselo tra le mani a casa prima di avviarsi alla lettura, scorrerne l’indice, immaginare scenari e mondi che si dischiuderanno con la lettura, riguardarne la copertina, soppesarlo. Tutto questo è un rituale che non ha nulla di feticistico, ma attiene al piacere di gustare un mondo che, all’apparenza di carta, racchiude ricchezze straordinarie per la ragione e per la fantasia. Per provare questo piacere, però, occorrono due ingredienti [...]. Uno è rappresentato dalla lentezza. Gustare un libro richiede tempo; anzi richiede di mettersi fuori dal tempo. E, quindi, fuori dall’ansia produttiva: bisogna essere disposti a leggere indipendentemente da quello che di utile si possa immediatamente trarne. E bisogna essere disposti a seguire la fantasia che si mette in moto; a ricercare i rimandi senza l’aiuto dei links, semplicemente ricordando il colore o l’odore di un libro nel quale rammentiamo l’esistenza di un argomento affine o di un completamento o approfondimento di quello che stiamo leggendo. Ci vuole un po’ di tempo in più, ma è la nostra testa che cammina con l’autonoma produzione del proprio pensiero, invece che correre dietro a links e a percorsi che sono decisi da altri. Concetti che possiamo afferrare in modo rapido ed immediato, ma che, purtuttavia, altri hanno deciso che debbano abitare nella nostra testa.
Il secondo ingrediente è il silenzio, che una buona lettura esige sempre. Non solo e non tanto il silenzio fisico, anch’esso importante. Soprattutto il silenzio dell’animo, che si pone in situazione di ascolto di quel che il libro ha da dire. Un silenzio non passivo, aperto e dinamico, che però consente di capire le ragioni dell’altro. Un esercizio assai utile, che abitua ad un analogo silenzio ed ascolto anche con gli esseri umani. Un esercizio assai utile in tempi in cui quasi più nessuno riesce a parlare con calma e pacatezza, perché sempre incalzato dalle risposte preventive che l’interlocutore lancia già prima di aver ascoltato, in un clima comunicativo in cui tanti pensano di sapere tutto, ma ignorano ciò che è essenziale per una reale comunicazione: le ragioni dell’altro. Certo, tutto ciò non ha molto a che vedere con il mito dell’impresa come motore del mondo e, perciò, anche della scuola. Ma ha molto a che fare con l’animo degli uomini, che non possono che impoverirsi quando si sottrae loro il piacere della lentezza e del silenzio.
(Nando Cianci, Gioventù scippata. Bambini e ragazzi tra cronaca e scuola, Teaternum, pp. 130-131)
Accompagnato da Enrico Ruggeri con il brano Dimmi quand'è
Per ascoltarlo cliccare qui
Il quadro:
Matthias Stomer
Giovane uomo che legge a lume di candela
(Prima metà del '600)