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La scuola serve a vivere meglio, non a produrre di più
(Nando Cianci)
Cos'è Scuolaslow
Scuolaslow è una piazza nella quale incontrarsi, discutere, raccontare le riflessioni, le esperienze, le pratiche intrecciate con l'idea di una scuola slow, vale a dire sottratta...
Un breve viaggio condotto ora tra vecchie carte, ora attingendo alla propria memoria, ora riecheggiando racconti ascoltati dagli anziani. Una sorta di lavoro giornalistico, come di un inviato in altri tempi per “investigare” su mondi passati e restituirli, per aspetti circoscritti, ai lettori. Aspetti marginali del Risorgimento, tensioni sociali di fine Ottocento, guerre mondiali, fascismo, emigrazione si susseguono attraverso storie di persone comuni chiamate a muoversi su piccoli e grandi scenari. Attraverso la memoria, fondamentale per costruire ogni comunità, si scopre che la nostalgia può essere non rimpianto di epoche passate, ma costruzione di speranza, può ricordarci che i sentimenti sono sempre possibili. E che l'umanità ha una ricchezza millenaria da portare con sé e mantenere viva.
Un brano;«La brace dei camini accesi era di tutti. Quando nevicava, ognuno poteva andare dal suo vicino a prenderne un po’. E nelle case la chiave era sempre nella toppa, dalla parte della strada.
Anche i fiori erano di tutti. Nelle contrade vi erano per lo più basse case modeste, monolocale più un ricovero per le bestie. Davanti ad ognuna di esse, la famiglia coltivava fiori. In tutte le stagioni. A novembre c’erano i crisantemi. Passavi, salutavi, si iniziava una conversazione, chiedevi dei fiori. Ti venivano dati, sempre. Con un sorriso. Poi il conversare volgeva verso i saluti. Nessuno aveva fretta di correre compulsivamente allo smartphone per controllare quanti mi piace aveva ricevuto il suo post. Il like era un sorriso generoso. Dal vivo. [..]
Le pietre un tempo non erano solo pietre. Erano parte della vita. La vecchia macina in disuso del frantoio posata al limitare della strada accoglieva viandanti di passaggio e ragazzini nelle brevi pause del gioco del pallone. Ascoltava le storie che le persone sedute su di essa si scambiavano. Se sapevi ascoltarle, raccontava essa stessa storie di tempi passati. Raccontava di amori e di sciagure. Di briganti e di avventure. E di silenzi antichi. […]
Per i vicoli del centro storico, le lampadine emanavano una luce fioca, ma si girava tranquilli, perché ci si aspettava che dalla penombra emergessero solo volti amici. Non avevamo paura delle persone, nella penombra dei vicoli. Avevamo solo un po’ paura che di notte ci comparissero, nei crocicchi, gli spiriti, evocati dai racconti che gli anziani ci facevano, nelle sere d’estate, quando ci si radunava sulle scale esterne delle case o sui gradoni delle piazzette, o nelle aie mentre si scartocciavano le pannocchie, ad ascoltare storie.
Era un mondo in cui gli spiriti potevano circolare, perché esisteva ancora la strada principale attraverso la quale si muovevano. Qual era quella strada? Il silenzio.
Non li abbiamo mai visti, ma circolavano. E quasi avevamo il desiderio di incontrarli davvero. Così che si formava in noi il coraggio dell’avere accanto l’ignoto, di andare incontro alla vita accettandone il carico di speranze, timori, angosce, disincanto. Si muovevano, gli spiriti, su un crinale indecifrabile, in bilico tra presenza e assenza. Ci insegnavano che il mondo non era nato con noi, che prima di noi c’era vita. Una vita tanto forte che reclamava ancora una sua presenza, che non sgombrava il campo e voleva accompagnarci attraverso un’infanzia e una adolescenza che non si potevano percorrere senza viverne tutte le inquietudini, senza attraversare le linee d’ombra che congiungevano ogni età con la successiva. Ci spingevano alla solidarietà: si cercava compagnia e forza negli altri per affrontare le notti oscure».
L’autore: Nando Cianci, già docente e dirigente scolastico, ha collaborato con diverse testate nazionali e regionali. È stato fondatore e direttore della rivista di attualità e cultura Il Nuovo Mondo, è fondatore e direttore del blog collettivo www.apassoduomo.it. Oltre a numerosi articoli su riviste e ad introduzioni a testi di altri autori, ha pubblicato i libri: I mercanti e il tempio (1993), Gioventù scippata (2007), Viandanti e naviganti. Educare alla lentezza al tempo di Internet (2015). Ha scritto capitoli per i volumi collettanei Saperi e scenari multiculturali. Verso un’identità plurale (1999), Il coraggio di educare (2013) e Il presente e le parole, uscito nel 2018 presso Franco Angeli a cura di Eide Spedicato Iengo.