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La scuola serve a vivere meglio, non a produrre di più
(Nando Cianci)

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Scuolaslow è una piazza nella quale incontrarsi, discutere, raccontare le riflessioni, le esperienze, le pratiche intrecciate con l'idea di una scuola slow, vale a dire sottratta...

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SAPERE DEI SEGNIIl sapere dei segni è antico quanto l’uomo. Muovendo dalle primordiali incisioni sulle pietre e dalle figure delle divinità arcaiche, il percorso del libro frequenta luoghi singolari ed emblematici, come la pratica poetica dell’ideogramma, le immagini musicali dei chiostri, i giochi formativi della coscienza infantile, la comunicazione gestuale della lingua dei Segni. In ogni tappa del cammino il sapere emerge come replica e figura dell’inconcepibile, come ritmo della vita che si confronta con la metamorfosi e il ritorno, con la perdita e la restaurazione, con la memoria e l’oblio. In questo confronto tra la verità e la vita il sapere dei segni scopre il destino che da sempre lo lega alla figurazione provvisoria e al segreto musicale del ritmo, in quanto aritmetica prima dell’esperienza; e poi comprende l’opera selettiva della morte: la grande creatrice dei segni come figure transitanti della verità. La ricerca filosofica sul segno, la semiotica genuinamente filosofica, impara così il senso del suo limite e della sua necessaria declinazione autobiografica, ma anche la possibilità di una destinale rinascita.

L’incipit: Nei Prolegomeni a ogni metafisica che vorrà presentarsi come scienza (1783, §57) Kant stabilisce una fondamentale differenza tra la metafisica e tutte le altre scienze. Lo fa in base alla distinzione tra le nozioni di limite e di confine. Il limite, dice, è una soglia che scandisce il di qua e il di là. Il confine invece concerne solo ciò che in esso è contenuto. Quindi esemplifica (ma si tratta di qualcosa in più di un mero esempio): la matematica e la fisica hanno confini (confini disciplinari); la metafisica invece ha veri e propri limiti, perché le idee concernenti l’incondizionato le sono costitutive, riguardando la sua esigenza insopprimibile. Le scienze si occupano infatti di fenomeni, cioè di cose condizionate, ovvero determinate da condizioni empiriche. La metafisica invece tratta del noumeno o cosa in sé, la quale non si trova confinata entro condizioni empiriche, ma si estende al di là di esse, anzitutto perché le idee della ragione, anima, mondo e Dio, non sono «cose», cioè non sono fenomeni.
D’altra parte l’incondizionato non è solo un’esigenza insopprimibile della morale, del sentimento e insomma del «cuore»: proprio il riferimento a un incondizionato, infatti, può giustificare il nostro trattare l’esperienza fenomenica come qualcosa di contingente, così come può spiegare il nostro costante fare esperienza della contingenza dei fenomeni, che ora soo e ora non sono e che continuamente divegono.

L’autore: Carl Sini ha insegnato per trent’anni Filosofia teoretica all’Università degli Studi di Milano. È accademico dei Lincei e membro di altre accademie e istituzioni culturali italiana. Jaca Book ha in corso di pubblicazione le sue Opere in sei volumi. Tra gli altri suoi titoli ricordiamo: Lo specchio di Dioniso. Quando un corpo può dirsi umano? (con C.A. Redi, 2018); Trittico (2018); Inizio (2016); Incontri. Vie dell’errore, vie della verità (2013); Il sapere dei segni. Filosofia e semiotica (2012); Del viver bene (2011); Il comico e la vita (2011).

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