Novità
Scuola Slow è anche su Twitter (https://twitter.com/Scuolaslow) e su Facebook (https://www.facebook.com/scuola.slow)
La scuola serve a vivere meglio, non a produrre di più
(Nando Cianci)
Cos'è Scuolaslow
Scuolaslow è una piazza nella quale incontrarsi, discutere, raccontare le riflessioni, le esperienze, le pratiche intrecciate con l'idea di una scuola slow, vale a dire sottratta...
Sul sito www.lascuola.it è comparso l’appello Difendiamo la filosofia, che riproponiamo qui sotto, invitando tutti a riflettervi sopra e, se d’accordo, a sottoscriverlo.
Promotori: Roberto Esposito, Adriano Fabris, Giovanni Reale
Questo, per la filosofia e per la cultura umanistica in generale, è un momento non facile. Prevale un’ideologia tecnocratica, per la quale ogni conoscenza dev’essere finalizzata a una prestazione, le scienze di base sono subordinate alle discipline applicative e tutto, alla fine, dev’essere orientato all’utile. Lo stesso sapere si riduce a una procedura, e procedurali ed organizzative rischiano di essere anche le modalità della sua costruzione e valutazione. Un conoscere è valido solo se raggiunge specifici risultati. Efficacia ed efficienza sono ciò che viene chiesto agli studiosi: anche nell’ambito delle discipline umanistiche.In questo quadro non stupiscono, per restare nell’ambito filosofico, l’eliminazione della Filosofia teoretica da molti
Il talento di Zi’ Angelo
che nulla sa di internet
di NANDO CIANCI
Nella valle del Sangro un anziano contadino veleggia serenamente verso le 90 primavere. E’ un uomo di straordinaria cultura. Ha terminato gli studi nel 1936 conseguendo la licenza elementare. Le letture, di cui andava ghiotto, sono sempre state limitate dalla scarsità dei libri in circolazione durante la sua gioventù e dalle esigenze dei lavori che gli confiscavano l’intera giornata, dall’alba al tramonto. Leggeva e rileggeva, perciò, i pochi libri che riusciva a conquistare, rinunciando ai due gelati all’anno che gli toccavano in occasione delle
A proposito della dematerializzazione (così la chiamano, con un vago sapore di metafisica) dei rapporti con le comunità dei docenti, del personale, studenti e famiglie pubblichiamo un breve passo dell’ampia relazione La responsabilità educativa della scuola tenuta tempo fa a Chieti da Nando Cianci nell’ambito del seminario Il coraggio di educare.
[…] La scuola educa con i suoi comportamenti, con i messaggi che gli adulti inviano mediante il loro agire e mediante l’organizzazione che danno alla vita concreta della scuola. Messaggi educativi arrivano sempre dai nostri atti, anche quando su di essi non riflettiamo abbastanza.
Facciamo un esempio, fra i tanti possibili. Da molte parti si sta vivendo con entusiasmo l’informatizzazione dei rapporti tra scuola e famiglia. I genitori potranno sapere, con la semplice immissione di una password e con qualche clic i voti dei loro figlioli nelle varie materie scolastiche; potranno monitorare il numero delle assenze; potranno sapere se in quella precisa mattina loro figlio è a scuola oppure ha marinato le lezioni. Finalmente, dicono in tanti, finirà la possibilità dei piccoli inganni, delle bugie inventate a copertura della mancanza ai doveri scolastici. I figli dovranno rigare dritto, l’ordine sarà ristabilito.
Ma siamo così sicuri che, sul piano educativo, relazionale, umano, abbiamo realizzato un progresso così cospicuo? Le cose si possono veder anche da un altro punto di vista.
Un maestro di scuola racconta
di Alex Corlazzoli
Einaudi, Torino, pp. 140, € 12,00
Lungi dall’abitare un pianeta ovattato, dominato dalla fantasia e dai buoni sentimenti, i bambini vivono a loro modo le contraddizioni che caratterizzano la condizione umana. Contraddizioni acuite, va detto, dal comportamento di molti adulti che su sul mondo dell’infanzia scaricano le proprie instabilità affettive, i propri fallimenti relazionali, la propria incapacità a costruire una scuola che abbia davvero al centro il bambino, l’adolescente, il giovane. Costruendosi, magari, una rappresentazione arcadica dell’infanzia per esorcizzare i propri sensi di