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La scuola serve a vivere meglio, non a produrre di più
(Nando Cianci)
Cos'è Scuolaslow
Scuolaslow è una piazza nella quale incontrarsi, discutere, raccontare le riflessioni, le esperienze, le pratiche intrecciate con l'idea di una scuola slow, vale a dire sottratta...
Siamo alle prese con nuove forme di analfabetismo, sulle cui cause c’è molto da riflettere. La formazione di persone colte, libere, capaci di governare la complessità può essere attuata con criteri aziendalistici? L’educazione è il tempo della semina e richiede pazienza e tempi lunghi.
Nel campo scolastico le rilevazioni quantitative dei risultati vanno prese con le molle: soggetti ed oggetto dell’istruzione e dell’educazione sono individui unici, irripetibili, portatori di storie personali, oltre che di caratteristiche comuni che ne fanno persone del nostro tempo. Gli standard ai quali li si vuole commisurare rappresentano, perciò, un’astrazione. Comprensibile, poiché la società vuole capire cosa accade in una istituzione di cui si è assunta il carico. Ma dannosa quando essa diviene il fine dell’istruzione e dà luogo ad una sorta di ossessione valutativa. I test schematizzati costituiscono, in tal senso, più che un rischio.
di Gianfranco Mormino, Raffaello Cortina, Milano, 2020, pp. 274, € 24,00.
Il volume descrive come i massimi filosofi dell’Occidente abbiano affrontato il problema di rendere più vivibile il mondo, elaborando teorie sulla condizione dei singoli individui e sull’organizzazione della vita sociale e fornendo indicazioni su come metterle in pratica. Con rare eccezioni, sono partiti da un acuto disagio per lo stato delle cose, analizzandone i punti deboli e indicando possibili rimedi. Muovendo dall’idea che la filosofia sia un’attività di problem-solving, e precisamente uno strumento volto a migliorare la vita attraverso la riflessione e l’argomentazione, l’autore presenta la storia della morale dall’antica Grecia a oggi, individuando i mali contro i quali i filosofi hanno combattuto e gli obiettivi che hanno proposto come desiderabili. La filosofia pratica si definisce tale sia perché si occupa dell’azione (praxis) sia perché mira a un cambiamento dell’esistenza concreta; poiché dunque in essa convivono una dimensione teorica (come si può cambiare qualcosa se non lo si conosce?) e una dimensione “militante”, il volume si rivolge non solo a chi vuole sapere ma anche a chi vuole occuparsi di sé e degli altri.
Contro il lavoro disumano, di Antonio Aloisi e Valerio De Stefano, Editori Laterza, Bari-Roma, pp. 248, € 18,00.
Automazione, piattaforme, smart working, algoritmi: il mondo del lavoro sta vivendo una vera e propria rivoluzione. La paura è che crolli il numero degli occupati e che il lavoro umano venga riconosciuto e apprezzato sempre meno. Si teme la capacità di controllo dei software di intelligenza artificiale. Ma non esistono tecnologie buone e tecnologie cattive; esistono usi distorti e usi consapevoli delle invenzioni e delle innovazioni.
Quale sviluppo per l’Italia, di Patrizio Bianchi, il Mulino, Bologna, 2020, pp. 184, € 13,00.
È tempo di investire in educazione, non solo per superare l’emergenza Covid, ma per guardare oltre, per ritrovare quel cammino di sviluppo che sembra essersi perduto nei lunghi anni in cui hanno prevalso individualismo e populismo e che deve fondarsi sui valori definiti nella nostra Costituzione. Il nuovo secolo della connessione continua ha bisogno di cittadini portatori, oltre che di contenuti, di creatività, lavoro di squadra, capacità di astrazione e di sperimentazione, senso di orientamento per poter navigare in mari aperti. La scuola deve rispondere a queste esigenze e muoversi, insieme al Paese, nel senso di marcia di uno sviluppo inclusivo e sostenibile.
Un dialogo fra generazioni, di Giovanna Cosenza, Enrico Damiani Editore, pp. 272, € 16,00.
In Cerchi di capire, prof, Giovanna Cosenza, attingendo ai canali sempre aperti con i suoi studenti, dal blog alle conversazioni al supermercato, racconta incontri e storie che attraversano i grandi temi dell’esistenza: genitori, amicizie, amore, sogni, lavoro. Ne emerge la fotografia non di una, ma di più generazioni di ventenni cresciuti tra ripetute crisi economiche e ora una pandemia
Eppure, dice Cosenza, tutto dipende da come guardi il mondo. Se è vero che molto è cambiato negli ultimi quarant’anni, i vissuti della giovinezza e le sfide della vita restano molto più simili, nelle diverse generazioni, di quanto siamo abituati a pensare. Un contagioso senso di “vecchiaia” ci pervade tutti, dai ventenni ai quaranta, cinquanta, sessantenni. Un senso di impotenza che gli adulti continuano a subire e coltivare, e che spesso i ragazzi si ritrovano addosso loro malgrado.





