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La scuola serve a vivere meglio, non a produrre di più
(Nando Cianci)
Cos'è Scuolaslow
Scuolaslow è una piazza nella quale incontrarsi, discutere, raccontare le riflessioni, le esperienze, le pratiche intrecciate con l'idea di una scuola slow, vale a dire sottratta...
«Che valenza educativa può avere un muro così alto?», si chiese, più di trent’anni fa Mario Tagliani, davanti al muro che separava il carcere minorile “Ferrante Aporti” dal resto del mondo. Cosa c’era dietro lo vide quando lo varcò, per fare da insegnante ai giovani reclusi. Visto da fuori, dietro il muro c’è il carcere. Ma il muro può essere visto anche dall’altra parte. E in quel caso dietro il muro c’è tutta la società. È per questo che una rubrica del blog www.apassoduomo.it si chiama Dietro il muro. E si chiama così anche pensando ai tanti muri -non solo materiali- che si vanno costruendo nel mondo d’oggi, in aggiunta a quelli già esistenti. Perché dobbiamo sapere che i muri servono anche per non farci vedere cosa c’è dietro. È bene, invece, andare a vedere.
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9 ragioni per amare il Greco, di Andrea Marcolongo, Laterza, Bari-Roma, pp. 160, € 15,00
Il libro: Croce e delizia degli studenti del liceo classico, procacciatore di notti insonni e segno di distinzione nei personali bagagli culturali, il greco antico è molto di più del pur utile esercizio mentale che tra i banchi di scuola propone astrusi segni da decifrare, paradigmi da ripetere all’infinito e costruzioni logiche affascinanti. E’, come tutte le lingue, un modo di pensare e di guardare il mondo. Un modo che coinvolge, e sconvolge, concetti fondamentali della nostra vita e della nostra cultura, a partire da quello del tempo.
Ma ci si può addentrare negli aspetti linguistici, fonetici, grammaticali, sintattici di una lingua “morta” al di fuori deicontatti “coercitivi” che la scuola impone con essa? E attraversarne la storia del suo splendore e delle sue influenze ancora vive senza farsi intrappolare in un puro esercizio di erudizione?
Il libro: Apollo e Dafne, Teseo e Arianna, Eros e Psiche, Orfeo ed Euridice, Atalanta e Ippomene, e tante altre coppie, umane, divine o promiscue: la galleria delle storie d’amore (ma anche di vendetta e di odio) che popolano la mitologia è straordinariamente ricca. E viene raccontata da tempo immemorabile, prima dalla tradizione orale e poi dalla cultura scritta. Tanti scrittori ci hanno rese queste storie in modi diversi. Sicché può sembrare a prima vista temerario che ci sia ancora chi voglia cimentarsi nell’impresa, come fa Paola Mastrocola nel suo ultimo libro, L’amore prima di noi, uscito da Einaudi. Ma l’accoglienza riservata dai lettori e dalla critica a questo lavorofuga ogni dubbio e consegna il libro alla dimensione della bella scrittura, che viaggia in modo equilibrato, tra saggio e romanzo, nel patrimonio mitologico. Con uno stile capace di trattare con leggerezza un materiale corposo e vario. E di garantire, perciò, una lettura piacevole.
L’amore è il tema dominante del libro, ma accanto e dentro di esso, passano anche passioni di segno opposto, così come le inquietudini legate alle ombre della perdita, dell’assenza, della follia. Un amore coniugato su vari registri, da quello elegiaco a quello della pulsione animale. Cose tutte presenti, come è noto, nel patrimonio mitologico, ma raccontate nel libro di Mastrocola con una fluidità che lo rende accessibile a tutti, senza cadere nella banalizzazione. Operazione difficile, che richiede perizia di scrittura, solidità di cultura e capacità di rendere interessante un materiale noto abbracciando le tante storie con uno sguardo capace di restituirci l’insieme di un mondo lontano, ma ancora in grado di parlarci.
«I miti –si legge nella presentazione dell’editore- sono quel che resta dopo la dimenticanza, la rovina, il tempo che passa. Per questo sono eterni, perché sono al fondo di noi. Paola Mastrocola ha trovato una misura miracolosa per raccontarci una volta ancora queste storie infinite: nelle sue pagine la ricchezza e la leggerezza s'incontrano per la gioia pura del lettore, parlando in fondo dell'amore e basta. L'amore per un uomo, una donna, un fiume, una stella. La nostra porzione illuminata, il punto in cui alla nostra vita tocca ancora una parte del divino. L'amore per il mondo, così com'è. Dentro ogni storia c'è una domanda, che va dritta al cuore. In quale forma dobbiamo amare? E la bellezza si può rapire? Si può, amando, non conoscere l'amore? E quanto conta una promessa? E perché a una certa età che chiamiamo giovinezza abbiamo voglia di non concederci a nessuno, e giocare, e stare a mezz'aria, in volo? Le domande pungolano il mito, lo piegano a parlare da sé. Il racconto seduce con la sua forza, muovendosi con naturalezza dal passato al presente, in un tempo indifferenziato, inanellando dialoghi senza virgolette, parole che restano nell'aria. Storie che si richiamano e si inseguono, componendo un unico romanzo. L'amore, come lo raccontano i Greci, è struggente. Non è un sentimento, è di più: è la forza che lega insieme il tutto, il nodo che ci stringe, il cielo che ci sovrasta: ciò che ci determina, ci toglie la libertà ma ci dà senso, ci eleva, nutre la nostra più profonda sostanza di esseri umani transitori, così attaccati alla vita, così amanti... Perciò, tornare a raccontare quelle storie è come riavvicinarsi a un mondo in cui ogni cosa aveva un'anima, e poteva accadere che gli dèi s'innamorassero di noi».
L’incipit: Un giorno Zeus guardava il mondo sotto di sé, e si chiedeva in quale forma
bisognasse amare.
Il suo sguardo si era posato per caso su una fanciulla, che si chiamava Europa perché aveva gli occhi grandi; rimase per un bel po' incantato a guardarla, come se non avesse nient'altro da fare, e soprattutto nessuna fretta.
Zeus è il Tempo. È il figlio di Crono, l'unico ad essersi salvato da un padre che divorava i figli: Rea glieli passava appena partoriti e lui li ingoiava perché non lo sostituissero nel dominio del mondo. I figli sostituiscono i padri. Rea nascose Zeus, l'ultimo nato, alle fauci di Crono ingordo e offrì una pietra infagottata al posto del bambino. Zeus è dio. Dio è colui che non viene ingoiato dal Tempo.
Quel giorno guardava Europa mentre con le compagne giocava a palla sulla spiaggia, e si chiedeva se per amarla fosse meglio trasformarsi in tigre, in fumo, in scoiattolo, in nuvola, in gabbiano o in sorgente, visto che lui sapeva trasformarsi in tutto.
In quale forma bisogna amare? Questa era la domanda che si faceva Zeus, affacciato in cielo a guardare il mondo.
Zeus è Cielo. E tutto il cielo è Zeus. Quando gli uomini camminavano ancora a quattro zampe, non volgevano lo sguardo in alto. Come potevano, oppressi dal bisogno di tenere gli occhi in basso per cercare le tracce degli animali da cacciare? Ma un giorno ci fu un uomo che si alzò in piedi, così, senza una ragione; gli venne da ergersi sulle gambe posteriori e per la prima volta guardò le mani, i piedi, si accarezzò la faccia. E finalmente mandò lo sguardo lontano davanti a sé, e anche sopra di sé. E da quella posizione eretta vide che qualcosa di grande stava sopra di lui e sopra tutti i suoi simili, ed era minaccioso, tuonava e lanciava fulmini di fuoco. Ne ebbe una gran paura, e lo chiamò Cielo. Zeus. E lo scongiurò di avere pietà e di non annientarlo.
Così nacquero gli dèi nel cuore degli uomini.
L’autrice: Paola Mastrocola ha esordito con il romanzo La gallina volante (Guanda 2000), vincitore del Premio Calvino. Finalista al Premio Strega nel 2001 con Palline di pane e vincitrice del Premio Campiello nel 2004 con Una barca nel bosco, ha poi pubblicato, tra gli altri, La scuola raccontata al mio cane (2004), Che animale sei? (2005), Più lontana della luna (2007), La felicità del galleggiante (2010), Togliamo il disturbo. Saggio sulla libertà di non studiare (2011). Per Einaudi ha pubblicato Non so niente di te (2013, Super ET 2016), L'esercito delle cose inutili (2015, Super ET 2016).
Un giorno Zeus guardava il mondo sotto di sé, e si chiedeva in quale forma
bisognasse amare
Violenza verbale e ossessioni in rete
di Giovanni Ziccardi
Raffaello Cortina Editore,
Milano, pp. 264, € 21,00
La nascita dell’odio, dell’avversione malevola e, spesso, violenta a persone, gruppi, razze, identità sessuali, si perde, con ogni probabilità, nella notte dei tempi. Forse ha camminato da sempre con l’uomo, scaturendo dalle paure indotte in lui dai pericoli che lo circondavano e dal venire a contatto in modo conflittuale con esseri sconosciuti. E da sempre alimenta analisi e riflessioni.
Sul piano generale del divenire del mondo, da almeno due millenni e mezzo l’odio viene individuato come una entità presente