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La scuola serve a vivere meglio, non a produrre di più
(Nando Cianci)
Cos'è Scuolaslow
Scuolaslow è una piazza nella quale incontrarsi, discutere, raccontare le riflessioni, le esperienze, le pratiche intrecciate con l'idea di una scuola slow, vale a dire sottratta...
Riportiamo, qui di seguito, stralci della recensione di Paolo De Carolis al libro Viandanti e naviganti. Educare alla lentezza al tempo di Internet, di Nando Cianci. L'intera recensione è apparsa sulla Rivista Abruzzese, che qui si ringrazia.
NANDO CIANCI, Viandanti e Naviganti. Educare alla lentezza al tempo di Internet, Tricase 2015, Ed. Youcanprint, pp. 120.
Questo libro di Nando Cianci è un punto fermo sul valore antropologico del tempo. Un lavoro imperdibile per chi si muove nei meandri delle attività umane, a cominciare dalla comunicazione e senza trascurare la formazione. Qui, volendo far ricorso alla metafora, il tempo indossa i panni, ben portati, del carnefice che trascina tutti sul patibolo, nessuno escluso negandogli un futuro anche cronologico. Per dirla con Dion Boucicault: Gli uomini parlano di ammazzare il tempo, mentre il tempo li ammazza in silenzio. Ed è a lui, quindi, che bisogna opporsi, negarsi. Come? Celebrando la lentezza. «In realtà», si dice chiaramente nel testo, «vivere con lentezza significa accelerare quando occorre, rallentare o fermarsi quando si può...». E «in definitiva: il fatto che
di Muriel Barbery
edizioni e/o, Roma, pp. 256, € 18,00
E’ una storia animata da molteplici prodigi. Il primo sta nella trama stessa, che vede il Bene e il Male combattersi in una dimensione per molti aspetti fatata, dove uomini ed elfi si muovono secondo le rispettive caratteristiche, ma anche trasfondendosi a vicenda i patrimoni vitali, le elaborazioni culturali, la capacità di sentire la vita anche nelle rocce, negli alberi, nelle acque, nelle terre e nei cieli. Perché un tempo essi partecipavano all’unità del tutto, insieme alla natura, che non conosceva ancora la separazione tra cielo e terra e che a tutti forniva una linfa vitale che plasmava l’andare del mondo. Poi venne la frantumazione, le singole entità si staccarono dal tutto, con il conseguente carico di disarmonia e di dolore.
di Bruno Frank
Castelvecchi, Roma, pp. 240, € 17,50
Il personaggio si presenta subito in vivente contraddizione con il suo tempo: esterna onestà e limpidezza in un ambiente spagnolo, quello del Cinquecento, dominato da manovre, raggiri e «astuzie cortigianesche». Da queste pagine d’esordio prende l’avvio una esistenza intrisa di avventure e di rovesci che Bruno Frank fa scorrere nel suo romanzo Cervantes, in continuo equilibrio tra realtà storica e fantasia narrativa.
Il celebre autore del Don Chisciotte viene seguito e raccontato nella miriade di vicissitudini che egli attraversa con una «tormentosa inquietudine», che gli impedisce di acquetarsi, quando gli si presenta l’occasione, in una vita tranquilla e quasi elegiaca e lo spinge a inseguire continuamente «i sogni con i
di Massimo Montanari
edizioni dei cammini, Roma, pp. 80, € 17,50
Forse sono nate dalla relazione giocosa tra le madri e i figli, che ripetono, sillabando, il linguaggio materno e dalla concatenazione di suoni e di rime che ne scaturiscano. O forse discendono da formule “magiche” rimate di incantesimi e scongiuri. O da canti popolari del mondo adulto, sgorganti da ogni parte del mondo. Quale che sia la loro origine, sulla quale da tempo gli studiosi vanno indagando, certo è che le filastrocche hanno accompagnato il cammino dell’uomo lungo i secoli e attraverso culture diverse. E sono ancora vive e vegete in un’epoca in cui la relazione tra adulti e bambini si va modificando con l’irruzione dei mezzi informatici e della comunicazione digitale, dei quali – a dire il vero- gli adulti non sempre fanno un uso responsabile, propinandoli ai bambini spesso senza tener conto della necessaria gradualità e delle conseguenze che sulla formazione può avere un approccio precoce e massiccio alle nuove tecnologie.
Anche per il non indulgere a questa tendenza, oltre che per il suo valore in sé, appare meritorio il lavoro di Massimo Montanari, che propone
di Lorenzo Tozzi, Maria Elena Rosati e Gabriele Clima
Curci Young, Milano, 2015
Da sempre i bambini, osservando il comportamento degli adulti e fantasticando sul proprio avvenire, dichiarano il mestiere che vorrebbero esercitare da grandi. E lo vivono nel mondo della fantasia, come se lo stessero effettivamente svolgendo. Impiantano, nella loro immaginazione botteghe artigiane. O “vedono”, di fronte a sé, scolaresche sedute nei banchi ad ascoltare i maestri che essi saranno. Qualcuno si insedia nella cabina di un’astronave ed esplora regioni remote e d affascinanti del cosmo. Quasi tutti abbiano giocato, almeno una volta nella vita, a fare il dottore. Mestieri che durano un po’, per