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La scuola serve a vivere meglio, non a produrre di più
(Nando Cianci)
Cos'è Scuolaslow
Scuolaslow è una piazza nella quale incontrarsi, discutere, raccontare le riflessioni, le esperienze, le pratiche intrecciate con l'idea di una scuola slow, vale a dire sottratta...
Dove nascono e cosa raccontano, di Marco Balzano, Einaudi, Torino, 2019.
Le recensioni: Balzano ci fa scoprire il fascino del linguaggio che usiamo quotidianamente, spesso senza accorgerci di quanto sia carico di storia e di significati molteplici ‒ colpevolmente ignorati o trascurati, nell’uso limitativo e impoverente di una terminologia sempre più abusata.
Attraverso il recupero del senso nascosto di una parola, possiamo arrivare a “padroneggiare la lingua nella sua storicità”, creare metafore e similitudini, confrontarci con altri linguaggi (verbali o visivi), scoprire relazioni con luoghi lontani, evitare l’appiattimento e la semplificazione del nostro modo di esprimerci, renderci più attenti a un utilizzo rispettoso del parlato, inteso come strumento etico di vicinanza a chi è altro da noi.
A questo serve lo studio dell’etimologia, a individuare l’origine dei vocaboli che adoperiamo distrattamente, chiarendocene l’uso improprio, mistificante, superficiale: “chi parla bene, pensa bene”, e viceversa.
Come usare i social network in politica, di Giovanni Ziccardi, Raffaello Cortina, Milano, pp. 256, € 16,00.
Le recensioni: Col suo Tecnologie per il potere, Giovanni Ziccardi (…) ha realizzato un compendio dettagliato di tutte le principali questioni relative alla politica digitale e delle poste in palio per la tenuta e i principi della democrazia liberalrappresentativa. Aprendo in questi libri una serie di squarci -assai inquietanti- sulla cybesecurity (di cui è uno specialista) e sulla manipolazione a fini politici dei dati personali privati.
[…] dopo le pionieristiche campagne obamiane sono stati i partiti e i movimenti neopopulisti a riscrivere le regole del gioco elettorale in Occidente, traendone in maniera schiacciante i maggiori benefici dal punto di vista dei voti. La polarizzazione e la frammentazione del consenso e del discorso pubblico (…) vanno, pertanto, considerate alla stregua di una diretta conseguenza dell’ambiente tecnologico che si è ibridato con la politica del primo decennio degli anni Duemila […]
Il Rinascimento, di Giuseppe Patota, Laterza Bari-Roma, pp. 384, € 24,00.
Le recensioni: Dopo il primo volume dedicato alla triade dei fondatori della tradizione letteraria italiana (Dante, Petrarca e Boccaccio), questo nuovo libro presenta un’altra triade, rappresentativa della fase più luminosa del Rinascimento italiano, quella del primo Cinquecento: Pietro Bembo, Ludovico Ariosto e Niccolò Machiavelli sono convocati quali esemplari rappresentanti di un’epoca in cui l’italiano letterario raggiunse una vera maturità, dando una compiuta lettura del proprio passato (è quanto fanno le Prose del Bembo) e ponendo le basi per il proprio futuro di lingua poetica fantastica – è la formula del Furioso – e di prosa capace d’una serrata, inesorabile forza argomentativa – come accade nel Machiavelli.
Il libro di Patota è particolarmente utile agli apprendisti avanzati nel campo della storia della lingua, ma riserva gradevoli sorprese anche a chi non deve solo studiare, ma insegnare e far apprezzare, ad esempio a un pubblico di giovani riottosi, una Grande bellezza che spesso si percepisce, ma non si riesce a spiegare convenientemente nella lettura dei classici.
Laicità, progresso e nazione nel primo Novecento, di Giorgio Chiosso, il Mulino, Bologna, pp. 304, € 22,00.
Il libro: L’affievolirsi delle “granitiche certezze” del positivismo e il dibattito sul ruolo e la “natura” della scienza alimentarono, a cavallo tra Ottocento e Novecento, un crogiuolo di studi e riflessioni che investirono, insieme, il mondo culturale e quello politico. Il dibattito non poteva, ovviamente, escludere la funzione della scuola, vista come strumento principe per elevare il livello culturale della popolazione da poco riunificata in un unico regno, dove l’analfabetismo era condizione diffusa e maggioritaria. Un giovane stato che aveva, inoltre, la necessità di formare una classe dirigente all’altezza delle mutate condizioni politiche, culturali ed economiche dei tempi. Compito, quest’ultimo, anch’esso ricadente tra quelli generalmente attribuiti alla scuola.
Una visione del mondo in dieci idee, di Marcello Veneziani, Marsilio, Venezia, pp. 304, € 18,00.
Le recensioni: «Intorno al diecimila avanti Cristo i nostri antenati cacciatori/raccoglitori incominciarono a stanziarsi in villaggi di pescatori, allevare animali, coltivare il grano e difendere il territorio circoscritto da una recinzione avviando un’idea di organizzazione perfezionatasi con lo sviluppo della scrittura, che tramandò su pietre o rotoli i nomi degli dei, i miti e le leggi della comunità. Gli dei — ogni civiltà ebbe i propri, ma sono comparabili — possono essere interpretati come archetipi che sintetizzano identità, leggi, usi, costumi di queste società stanziali e che indicano i limiti invalicabili della conoscenza e delle applicazioni tecniche, oltre i quali c’è la hybris, ovvero la tracotante sfida degli uomini all’infinito. La domanda che l’ultimo libro di Marcello Veneziani innesca è questa: con quale allegra inconsapevolezza la società contemporanea ha abbandonato questo tipo di sviluppo umano iniziato 12 mila anni fa? [...]